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HomeEsteri “Entra acqua e c’è fumo”. Rivelati gli ultimi contatti con il sottomarino scomparso

"Entra acqua e c'è fumo"
Rivelati gli ultimi contatti
con il sottomarino scomparso

Probabile danno subito dalle batterie

Quasi nessuna speranza di trovarli vivi

di Luisa Vittoria Amen28 Novembre 2017
28 Novembre 2017

This undated photo provided by the Argentina Navy shows an ARA San Juan, a German-built diesel-electric vessel, near Buenos Aires, Argentina. Argentina's Navy said Friday, Nov. 17, 2017, it has lost contact with its ARA San Juan submarine off the country's southern coast. (Argentina Navy via AP )

Sono concitati e telegrafici gli ultimi contatti radio tra la marina argentina e il sottomarino ARA San Juan scomparso il 15 novembre nell’Atlantico Meridionale con 44 membri dell’equipaggio a bordo. A rivelarlo la tv A24 di Buenos Aires, che ha pubblicato il contenuto dell’ultimo contatto avvenuto intorno alle 8:25 di mercoledì 15 novembre, poco prima che le comunicazioni venissero completamente interrotte.

Secondo quanto si apprende l’acqua sarebbe entrata dal cosiddetto “snorkel”, il tubo che consente ai sottomarini alimentati a diesel come il San Juan di far funzionare i motori durante la fase di immersione. Dalla trascrizione dell’ultimo contatto con il sottomarino si legge che c’era stato un “Ingresso di acqua di mare attraverso il sistema di ventilazione al contenitore delle batterie numero tre ha provocato un corto circuito ed un principio di incendio. Batteria di prua fuori servizio. Al momento dell’immersione propulsione a circuito diviso”. Questa la segnalazione dell’equipaggio. Il portavoce della Marina Enrique Balbi ha poi spiegato che il cortocircuito avrebbe causato un incendio: «Un incendio o del fumo senza fiamme che ha consumato ossigeno. Forse si può parlare di una implosione»

Proseguono nel frattempo, le ricerche del sottomarino diesel-elettrico da 65 metri, concentrate prevalentemente in un’area a circa 430 km dalla costa meridionale dell’Argentina. Nelle operazioni sono impegnati navi e aerei provenienti da 13 paesi, tra cui Brasile, Cile e Gran Bretagna. Nonostante ciò, le speranze di ritrovare vivi i membri dell’equipaggio, si affievoliscono ogni giorno di più. Ieri si sono verificate delle tensioni tra i parenti delle persone scomparse, tra coloro che rifiutano di abbandonare la speranza e coloro che si stanno ormai rassegnando al peggio.

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