E’ un Enrico Letta a tutto campo, quello che ha parlato stamattina ai microfoni di Radio Capital. L’ex premier ha toccato molti argomenti. Le parole più forti sono state quelle relative al caso Regeni, il giovane ricercatore morto in Egitto a inizio 2016. “E’ incredibile che la vicenda Regeni sia ancora insoluta e che continui a esserci questo balletto inaccettabile delle autorità egiziane. Bisogna reagire con fermezza. L’Italia non può farsi prendere in giro di fronte ad una tragedia come questa”.
Sulla scelta del Pd di rinunciare allo ius soli, Letta ha commentato: “Capisco la decisione. So benissimo che in politica una delle regole è che se non c’è una maggioranza in parlamento poi le cose non passano ma credo che ci si debba interrogare su quanto è accaduto in Italia, dove è scattata un’associazione mentale tra numero di sbarchi e legge sullo ius soli. Quella norma – ha aggiunto l’ex presidente del consiglio – c’è in tutti i grandi paesi. Così si dà un messaggio terribile in termini di cultura politica del paese. Tutto questo frutto del fatto che da anni si aizzano le paure e non è solo colpa dei populismi”.
L’ex presidente del consiglio ha poi lodato il ruolo svolto in questi anni di crisi economica dal presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi: “Ha salvato l’Europa e l’Italia. La storia gli darà il riconoscimento che merita. E’ il più grande personaggio degli ultimi 20 anni. Solo che mentre gli altri paesi europei hanno iniziato a vivere una fase di ottimismo sul futuro, in Italia questa cosa non sembra emergere”.
Un passaggio dell’intervista è dedicato infine all’analisi dell’attuale situazione del centrosinistra: “Il Pd non riesce più ad aggregare, ad essere attrattivo. Noto una contraddizione: in passato il centrosinistra ha sempre ricercato leggi elettorali che puntavano all’aggregazione, perché era la parte politica italiana più attrattiva. Ora invece – conclude Letta – sta guardando al ritorno di Berlusconi. Questa è la vera notizia: la legislatura termina con il ritorno di Berlusconi”.