Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel suo viaggio americano, ieri ha fatto tappa a Wall Street e all’Onu e, anche oltreoceano, è tornato sulla “stabilità politica” come “condizione necessaria per uscire dalla crisi”. Parlando ai business men internazionali, ha presentato “Destination Italy”, il progetto a favore degli investimenti stranieri in Italia e promette: “presto interventi per scendere sotto il 3% del deficit”.
Per raggiungere l’obiettivo del 3%, “decisivo per convincere gli europei, l’unione e i mercati”, Letta annuncia “un primo aggiustamento” nei prossimi giorni e il “taglio della spesa”. A tal fine, dice ancora il premier da New York, verrà istituito un commissario per la revisione della spesa pubblica, il cui nome non è ancora noto. Certo è, per ora, che interverrà in tutti i settori della spesa, eccetto uno: “la cultura, che è il nostro petrolio”. Nel frattempo, il Fondo monetario internazionale ha diffuso le sue stime, secondo cui a fine anno il rapporto Deficit/Pil toccherà il 3,2% in Italia. Cifra destinata a scendere di un punto percentuale nel 2014, mentre il governo prevede di toccare nello stesso anno quota 2,3%.
Tagli alla spesa pubblica, dunque, ma non solo. “Puntiamo a dodici mesi di crescita”, ha rilanciato Letta, nell’obiettivo di “far abbassare il tasso di interesse: oggi è al 4,5%, l’anno prossimo lo vogliamo portare al 2%”.
Nell’intervento nel Palazzo di Vetro, Letta parla, inoltre, di Siria, sottolineando “l’importanza di preservare il ruolo delle Nazioni Unite come più importante guardiano della pace”. “Non possiamo essere indifferenti a lampanti violazioni delle norme internazionali”, ha dichiarato il primo ministro, ma una riforma del Consiglio di sicurezza “è assolutamente necessaria”. Poi la citazione del Pontefice a proposito delle centinaia di migliaia di migranti nel mondo: “Dovremmo combattere la globalizzazione dell’indifferenza”.
Inevitabili, anche al Palazzo di vetro, le domande sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. “Speravo di dover parlare della primavera araba”, ha ironizzato Letta prima di aggiungere che “si troverà una soluzione nel rispetto del diritto e la stabilità prevarrà”.
La serata si è chiusa con una cena a “Le Cirque” di Midtown, il prestigioso locale di fronte alla sede di Blomberg. Commensali, i big dell’economia a stelle e strisce – tra cui anche Ginni Rometty di Ibm – e Sergio Marchionne. “Enrico è una persona forte che trasmette sicurezza. La sua missione qui a New York è stata un grande successo, ha fatto un’ottima impressione”, ha commentato l’amministratore delegato di Fiat Chrysler. Sulla casa automobilistica, per cui in giornata ha presentato la richiesta di lancio in Borsa, Marchionne si limita a dichiarare “va bene”. Ma twitter viaggia veloce. “Dopo la cena americana con Marchionne, fossi in Enrico Letta al mio ritorno inviterei a cena gli operai discriminati dalla Fiat”, il cinguettio del Pd, Matteo Orfini.
Anna Serafini