Balotelli testa calda, ormai non scandalizza più da tempo. L’ultima gaffe, invece, fa discutere. L’incontro, tanto atteso, tra il ministro dell’integrazione, Cecilie Kyenge e la Nazionale italiana è avvenuto ma senza il personaggio più atteso, Mario Balotelli. Proprio il giocatore più rappresentativo della nostra Nazionale che combatte da tempo la battaglia contro il razzismo è mancato. La presenza del fuoriclasse del Milan sarebbe stato un bel messaggio contro il razzismo, una battaglia che Balo combatte da quando ha iniziato la sua attività professionistica. Super Mario si è scusato poi tramite sms nel pomeriggio per motivare la sua assenza. Certo la sua assenza ha lasciato a bocca aperta non solo il ministro, ma soprattutto l’ambiente azzurro.
Situazione imbarazzante. All’incontro con la Kyenge hanno presenziato Abete, Prandelli, Buffon, oltre a Ogbonna ed El Shaarawy. Per giustificare l’assenza di Balo, la Federazione ha rivelato che un incontro tra la Kyenge e Balotelli già era avvenuto a maggio. Poi neanche le parole del presidente della FIGC in conferenza stampa non hanno mascherato la situazione imbarazzante che si è venuta a creare. <<L’assenza di Balotelli all’incontro con il ministro Kyenge?- ribadisce Abete– La logica era quella di avere una delegazione che rappresentasse la nazionale, non era una convocazione. C’erano Prandelli, Buffon, El Shaarawy, Ogbonna. Lui non c’era, se ci fosse stato credo che alla ministra avrebbe fatto piacere>>. Anche lo stesso ministro ha provato a sminuire l’accaduto, affermando: << Non era importante parlare ai singoli ma alla squadra>>.
Una visita speciale. E’ stata davvero una visita speciale quella della Kyenge nel ritiro degli azzurri. Il ministro dell’integrazione ha sottolineato come il calcio, e in generale lo sport, sia uno strumento importante per la lotta contro il razzismo: << Dobbiamo lavorare e camminare insieme in questo cambiamento culturale contro ogni razzismo e per ogni forma di aggregazione – ha affermato il Ministro -. Il calcio è uno dei terreni più utili. La Nazionale è un modello di quella che dovrebbe essere l’Italia di domani. Cosa c’è da fare? Tanto e lo dobbiamo fare tutti, ognuno con la sua parte di responsabilità>>.
Infine la Kyenge ha parlato anche dei cori razzisti contro un giocatore in campo e sulla possibilità se debba terminare o meno la partita. << Bisogna non solo guardare il comportamento del giocatore, ma il clima di stress in cui è sottoposto, considerando che non tutti abbiamo lo stesso carattere. Non è facile per nessuno lavorare in condizioni di difficoltà e attacchi>>.
Marco Stiletti