Enel è molto vicina alla cessione di gran parte della sua quota in Open Fiber al fondo infrastrutturale australiano Macquarie Infrastructure & Real Assets. Si tratta di una percentuale di capitale che oscilla tra il 40 e il 50%, corrispondente ad un valore tra 2,12 e 2,65 miliardi.
In caso di vendita del 50%, ovvero l’intero ammontare dell’attuale partecipazione di Enel, la società potrebbe avere il massimo incasso, pari a 2,6 miliardi. La Cassa depositi e prestiti, che gestisce Open Fiber in collaborazione con Enel, potrebbe così diventare azionista di maggioranza.
Dal 2005 Open Fiber è responsabile della realizzazione di un’infrastruttura di rete a banda ultralarga in tutto il territorio italiano. La cessione della quota di Enel alimenta nuove speranze di una possibile rete unica nazionale.
Il governo, infatti, vorrebbe poter contare su un’unica società tra FiberCop, controllata da Tim, e Open Fiber.
Il contratto dell’acquisizione prevede che, nel caso in cui l’accordo venisse posticipato oltre il 30 giugno 2021, il corrispettivo verrebbe aumentato del 9%. La data da prendere in considerazione in questo caso è quella del 1 luglio 2021, giorno successivo alla deadline prevista.
Enel, per cautelarsi in caso di possibili ripensamenti o futuri problemi, ha inserito diverse clausole all’interno dell’accordo, come emerge dalla nota riportata dalla stessa società. “Il primo è legato alla positiva conclusione del contenzioso instaurato da Open Fiber nei confronti di Tim per condotta anticoncorrenziale. La clausola assicura il riconoscimento in favore di Enel del 75% del risarcimento netto che dovesse essere conseguentemente incassato da Open Fiber”.