È ancora caos rifiuti a Roma. La discarica di Malagrotta dovrebbe chiudere ad aprile, ma i rifiuti secondo il Tar del Lazio non possono essere trattati nelle discariche fuori dalla capitale, come previsto da decreto del ministro dell’ambiente Corrado Clini. Il ministro ha presentato questa mattina un ricorso al Consiglio di Stato per risolvere la questione che ha investito Unione Europea, Governo e Tar. Se il consiglio non esaminasse velocemente la questione, Clini si è detto disposto anche ad un nuovo provvedimento.
Intanto il prefetto Goffredo Sottile ha convocato per questa mattina un vertice con i dirigenti dell’Ama. L’incontro si preannuncia decisivo dopo i provvedimenti dei giorni scorsi.
Il decreto del Tar. Le discariche della capitale non sono in grado di trattare tutta la spazzatura della città, e il ministro dell’ambiente, con un provvedimento specifico, aveva stabilito che i rifiuti fossero destinati ad altre discariche del Lazio. Obiettivo era proprio trattare i rifiuti, per poi riportarli a Roma e smaltirli in città. Purtroppo il Tar, su pressione di 90 sindaci della regione, ha bloccato l’esecuzione del decreto perché non ha ritenuto la situazione urgente: Roma deve trattare da sola i propri rifiuti, senza chiedere aiuti altrove.
La procedura d’infrazione dell’Unione Europea. Il problema si è fatto sempre più pressante da quando l’Unione Europea ha aperto nel giugno del 2011 una pesante procedura d’infrazione contro l’Italia per la discarica di Malagrotta, dove vengono smaltiti i rifiuti urbani indifferenziati. Nonostante le sanzioni dell’UE, la discarica è rimasta aperta ancora a lungo grazie alle proroghe firmate da Sottile, che hanno consentito l’apertura del sito fino al prossimo Aprile. Per evitare il conferimento alla discarica di rifiuti non trattati, intanto il ministro dell’ambiente aveva promosso due azioni: l’incremento della raccolta differenziata, che dovrebbe arrivare secondo la legge al 65 %, e l’utilizzazione degli altri impianti della Regione Lazio.
Il ministro Clini. Proprio quest’ultima azione è stata bloccata dal Tar, che prevede una seduta in giugno per discutere il caso nello specifico. Secondo il tribunale amministrativo per smaltire i rifiuti bastano i quattro impianti di trattamento di Roma. Ma il ministro Clini non è d’accordo. “Ora i rifiuti finiranno in strada”. E non è disposto a far firmare ulteriori proroghe per tenere aperta Malagrotta. “Mi auguro che i tempi siano brevissimi – spiega Clini a “Repubblica” – Nel ricorso farò presente che stiamo gestendo una situazione molto complicata, la discarica doveva essere già chiusa da molto tempo.”
Domenico Mussolino