Il 2025 sarà un anno decisivo per la difesa del diritto d’asilo. È questa l’evidenza che emerge dal rapporto pubblicato da Openpolis sul numero di migranti arrivati via mare in Italia nel 2024, una cifra che si attesta su 66 mila sbarchi. Nell’anno appena trascorso, gli sbarchi sulle coste italiane sono diminuiti del 57,9%, visto che gli arrivi nel 2023 erano stati più di 157 mila. Nonostante il dato sia stato rivendicato con forza dell’attuale maggioranza di governo, il ritmo degli arrivi è tornato ai livelli del 2021, quando a Palazzo Chigi sedeva Mario Draghi, prima dell’insediamento del governo dell’attuale premier Giorga Meloni.
La provenienza dei migranti nel 2024
La maggior parte dei migranti arrivati in Italia nel 2024, proviene da quelli che sono stati registrati come “paesi sicuri”, lista al centro di numerose polemiche tra maggioranza e magistratura negli scorsi mesi. In cima alla classifica figura il Bangladesh, con 14 mila persone sbarcate in Italia nel 2024. Seguono subito dopo la Siria (12500), Tunisia (7700), Egitto (4300) e Guinea (3500). Si registra inoltre un sensibile calo di migranti provenienti da paesi dell’Africa sub-sahariana, Guinea e Costa d’Avorio su tutti.
Il nodo “paesi sicuri”
La questione “paesi sicuri”, tuttavia, desta alcune perplessità. Guardando al Bangladesh, capofila degli arrivi nel 2024, bisogna ricordare come il paese venga definito a regime ibrido, con lo stesso governo italiano che afferma: “L’applicazione della legge avviene in un contesto caratterizzato da opacità”. Una lettura d’insieme del rapporto, dunque, evidenzierebbe un legame tra i cosiddetti “paesi sicuri” e il gran numero di arrivi, come rilevato anche dall’Asgi. Secondo l’Associazione, il governo potrebbe aver classificato come “sicuri” i paesi da cui proviene la maggior parte dei richiedenti asilo, “basandosi principalmente, se non esclusivamente, sull’aumento delle domande”.
La questione siriana
Molto delicata la questione sulla sospensione del diritto d’asilo ai Siriani, secondo paese per numerosità di arrivi. Nonostante le mosse di Damasco e le conseguenti influenze dello Stato Islamico ancora in divenire, numerosi paesi europei, tra cui l’Italia, hanno deciso di sospendere le richieste d’asilo. La recente caduta del regime di Assad e la difficile transizione in corso, infatti, potrebbero dar vita a persecuzioni e vendette sommarie, dopo 13 anni di guerra civile.
Stando al resoconto stilato da Openpolis, dunque, l’andamento oscillante negli ultimi 10 anni degli sbarchi sulle coste italiane evidenzierebbe come le politiche di contenimento del fenomeno migratorio influenzino solo parzialmente i flussi. Il comune denominatore rimane la fragilità del diritto d’asilo, vista la debolezza delle infrastrutture normative internazionali.