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Politici uniti su sede Ema
doppio ricorso a Bruxelles
da Amsterdam dati mancanti

Gentiloni: "Ci proviamo senza illusioni"

Corte Ue conferma ricezione ricorsi

di Alessio Foderi31 Gennaio 2018
31 Gennaio 2018

Poco importa la campagna elettorale quando si tratta di portare l’Agenzia europea del farmaco (Ema) a Milano. In campo governi ed enti locali per strappare la sede all’Olanda, dove Amsterdam non è ancora pronta ad accoglierla. È stato infatti depositato ieri sera, tramite l’Avvocatura generale dello Stato, il doppio ricorso del Governo italiano alla Corte di giustizia europea in merito all’assegnazione della sede dell’Ema. La Corte di giustizia europea conferma oggi la ricezione dei ricorsi italiani. Una questione in ballo dal 2016, quando dopo il referendum sulla Brexit si è iniziato a pensare al trasloco delle agenzie europee con sede a Londra, fra cui quella del farmaco. A luglio 2017, il governo, in sinergia con il Comune, aveva presentato il dossier a Bruxelles, ma il meccanismo finale, che prevedeva il ballottaggio con un sorteggio, premiò Amsterdam.

“La partita non è chiusa, ma non bisogna farsi illusioni che sia facile riaprirla”, dice il premier Paolo Gentiloni. Che poi ricorda: “Noi abbiamo fatto un figurone perché siamo arrivati primi, mentre è emerso che ci sono informazioni incomplete nel dossier di Amsterdam”. Anche per il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, “sarà difficile, ma provarci è un dovere”, come si legge in un’intervista al Corriere della Sera. Ma il democratico non ha rimpianti: “Abbiamo fatto il massimo”. Il dossier di Amsterdam conterrebbe delle informazioni incomplete sulla sede. Infatti, il piano olandese prevede l’apertura dall’1 gennaio 2019 della sede provvisoria di Palazzo Spark, in attesa della costruzione di Palazzo Vivaldi. Milano invece conta di una rete ricettiva idonea e di un’infrastruttura già pronta, il Palazzo Pirelli.

La proposta milanese è maturata grazie alla sinergia che ha visto l’impegno di parti politiche opposte, come il presidente leghista della Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindaco meneghino Beppe Sala del Partito Democratico. Entrambi hanno lottato per la scelta di Milano come sede dell’Agenzia Europea del farmaco, che vede a capo l’italiano Guido Rasi. Una sconfitta che brucia ancora quando si aprono possibili spiragli, tanto che Maroni tuona: “Una sede non pronta è un rischio per la salute di tutti i cittadini, si riprenda in mano il dossier”. Alle parole seguono i fatti, considerato che ieri sera sulla facciata del Pirellone – pronto ad accogliere gli uffici fin qui collocati a Londra – è comparsa la scritta “Ema a Milano”. Gli fa eco anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Paodan: “Milano è assolutamente pronta e ha il livello più elevato e possibile di offerta di servizi”. Ma, senza false speranze, chiosa: “È comunque una soddisfazione dire noi siamo pronti e altri non lo sono”.

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