Elezioni 2022, ci siamo quasi: oggi venerdì 23 settembre è l’ultimo giorno di campagna elettorale. Da domani comincia il silenzio prima del voto di domenica. Il Pd e i 5 Stelle chiudono a Roma i rispettivi tour. Ovviamente in due piazze diverse.
Il segretario dem Enrico Letta sarà nella piazza in cui ieri è andata in scena la reunion tra i partiti della coalizione di centrodestra: piazza del Popolo, che quindi diventa il vero e proprio ring in cui si vedrà il duello finale prima del voto. Dopo il tour tra i palchi del fortino meridionale, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha deciso di essere in Piazza Santi Apostoli. Un luogo simbolico: in passato l’Ulivo aveva scelto questa piazza per festeggiare le sue vittorie elettorali.
Più Europa ha scelto un bus itinerante nelle strade di Roma. Infine, il Terzo Polo di Carlo Calenda, raduna i suoi al Gianicolo. Insomma, ormai siamo al rush finale e l’obiettivo di ogni partito è fare di tutto per conquistare, in queste ultime 48 ore, il consenso dei tanti indecisi, che, com’è noto, potrebbero scegliere se andare a votare all’ultimo momento. Addirittura non sono mancati gli appelli via whatsapp di candidati in giro per l’Italia che chiedono ai propri contatti di “adottare un indeciso”.
Secondo l’ultimo sondaggio Ipsos pubblicato il 9 settembre, gli indecisi erano il 10,1%. Mentre l’astensione era data al 33,4%: un numero che se venisse confermato sarebbe il più elevato registrato nell’Italia repubblicana in una consultazione legislativa. L’area grigia dell’astensione e dell’indecisione rappresenta quindi un bacino di elettorato potenziale molto ampio e contendibile. Ma i partiti devono comunque fare i conti con lo scetticismo, la disillusione e il senso di esclusione e di marginalità sociale.
Ieri, come detto, il centrodestra era a Roma per chiudere la campagna della coalizione. Sul palco Giorgia Meloni si è mostrata sicura e risoluta. “Faremo – ha sottolineato la presidente di Fratelli d’Italia – una riforma in senso presidenziale e saremo felici se la sinistra vorrà darci una mano, ma se gli italiani ci daranno i numeri noi lo faremo anche da soli”.
Parole che hanno suscitato la reazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Se l’Italia farà come Orban”, mandando al governo forze sovraniste, “abbiamo gli strumenti”, ma “siamo pronti a lavorare con qualunque governo democratico sia disposto a lavorare con noi”, avverte la presidente della Commissione Europea. Non si è fatta attendere la risposta del segretario della Lega Matteo Salvini. “Si tratta di una squallida minaccia, un’invasione di campo non richiesta”, sbotta il leader del Carroccio, aggiungendo che “il gruppo parlamentare della Lega presenterà una mozione di censura”.