Acque agitate nel centrodestra che, a tre giorni dal voto siciliano, abbandona l’idea del palco comune e opta per un meeting privato a Catania, dopo i comizi separati delle forze che lo compongono. Silvio Berlusconi parla di un accordo solido con i suoi due commensali, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, uniti sotto l’egida di Nello Musumeci. Un passato in MSI e Destra Nazionale, il candidato di centrodestra sembra essere destinato alla vittoria in Sicilia, ostacolato solo da Giancarlo Cancelleri del Movimento Cinque Stelle.
Dal palco del Politeama, Berlusconi nemmeno accenna al Pd e individua il nemico di questo tornata elettorale nei cinque stelle, scagliandosi fortemente solo contro Cancelleri. «Chi li vota non ragiona – dice e aggiunge – se non vi piacciono, non li dovete votare», ricordando la possibilità del voto disgiunto e delle preferenze. Una cosa in comune però c’è tra i due candidati alle regionali siciliane: la parola chiave è “impresentabili”. Impresentabile era stato definito Giancarlo Cancelleri, dopo il falso commesso con le primarie 5 Stelle che a settembre hanno messo in difficoltà la sua candidatura. Impresentabili sono considerate le liste di assessori presentate da Musumeci, molti nomi sono connessi ad indagini per mafia, altri sono strettamente collegati a Totò Cuffaro, c’è persino un condannato a quattro anni di carcere.
Il Cavaliere tuttavia si mostra sicuro e soddisfatto della vittoria del suo candidato, nonostante il rifiuto di un palco in comune con Meloni e Salvini per sostenerlo (dice “incompatibilità negli orari”). Approfitta anche per parlare delle vicine elezioni politiche, descrivendo un futuro governo di venti ministri: 12 dalla società civile e 8 politici, di cui 3 di FI, 3 della Lega e 2 di Fdi. Nel suo programma, europeista e moderato, anche poliziotti di quartiere, un piano per fermare l’immigrazione e il must dell’abbassamento delle tasse. «Aboliremo l’imposta sulla prima casa e quella sulla successione» annuncia durante il comizio, e la folla risponde con un applauso.
Il consenso viene interrotto dall’interno, quando Matteo Salvini risponde da Palagonia: «Io sono qui per Musumeci, Berlusconi non parli di ministri, non siamo qui per ragionamenti politici nazionali». Le divergenze saranno forse chiarite nell’incontro di questa sera. Il capo di FI glissa, preferendo concentrarsi su un acceso botta e risposta con Luigi Di Maio, candidato premier M5S. «Offendendo il Movimento insulta dieci milioni di italiani» è l’accusa del leader a Cinque Stelle.
Intanto Fabrizio Micari, candidato PD che a sinistra deve guardarsi dal candidato Mdp Claudio Fava, ha commentato: «Il voto a Fava non è utile o inutile. È irresponsabile. Favorisce i 5 Stelle con la loro incompetenza o la destra che con il Faust di Musumeci ha venduto l’anima a quelli con le mani su sporchi interessi».
Il voto siciliano diventa dunque per il centrodestra il banco di prova del voto nazionale. Dalla eventuale vittoria di Musumeci e da come eventualmente verrà ottenuta dipenderanno gli equilibri interni all’alleanza tra Berlusconi, Salvini e Meloni.