Una grande onda blu travolge i laburisti e le residue speranze di un Regno Unito ancora dentro l’Unione Europea. Il partito conservatore, guidato dal premier Boris Johnson, candidatosi con l’inequivocabile slogan “Get Brexit Done”, trionfa alle elezioni generali britanniche, aggiudicandosi 364 seggi e la maggioranza assoluta in Parlamento. Disfatta invece per il Labour e il suo leader Jeremy Corbyn, rimasto a quota 203 seggi. La Brexit adesso è vicinissima.
Johnson ha vinto grazie a un programma elettorale basato su pochi punti: Brexit e sicurezza. L’elettorato ha premiato la semplicità e la nettezza della sua proposta, scegliendo di farla finita con l’estenuante dibattito sull’uscita dall’Unione Europea e di attraversare finalmente il guado. Il premier, appena reinsediatosi al numero 10 di Downing Street, non delude i suoi: “La Brexit è una decisione inconfutabile, la realizzeremo entro gennaio”.
“Notte deludente” per Jeremy Corbyn, il suo Labour ottiene il suo peggior risultato dal 1935. Inevitabile il processo al leader rosso, accusato di non avere difeso abbastanza le posizioni europeiste e di aver collocato il partito troppo a sinistra, con proposte di ispirazione socialista poco amate in Regno Unito. Il Labour ha perso numerose roccaforti, come quelle di Workington e altri distretti operai nel nord di Londra, in favore dei conservatori. Corbyn ha annunciato un passo indietro e tra i laburisti è già battaglia sulla successione.
Male anche gli europeisti Lib-Dem, scesi ad appena 11 seggi. La loro leader, Jo Swinton, non riconfermata nel suo seggio, ha già annunciato il ritiro dalla scena pubblica.
Affermazione a sorpresa per il partito Nazionalista Scozzese, che raggiunge 48 seggi. La premier scozzese Nicola Surgeon, forte di questo risultato, ha già rilanciato: “Questo voto dà mandato a Johnson di portare l’Inghilterra fuori dall’Europa, ma non la Scozia”. Probabile a questo punto l’indizione di un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito, certamente le prime spine per il premier verranno da Edimburgo.
Ma oggi è la festa di Johnson, i suoi conservatori ottengono il più grande successo elettorale dal 1987. A quel tempo la loro leader era Margaret Thatcher, altra icona euroscettica. Più di trent’anni dopo il voto le dà ragione e spinge il Regno Unito fuori dall’Europa.