A meno di 36 ore dal risultato delle elezioni inglesi non si placa lo scontro tra Labour e Conservatori. Sono due le vicende che potrebbero mischiare nuovamente le carte e i sondaggi. L’ultimo di questi dava il partito guidato dal Primo ministro Boris Johnson 10 punti avanti rispetto al leader di sinistra, Jeremy Corbin.
L’attuale inquilino di Downing Street è bersagliato da due giorni dai cronisti inglesi e dall’opposizione per essersi rifiutato di guardare una foto di un bambino accudito per terra in un ospedale di Leeds. La polemica è chiara: puntare il dito contro i bassi investimenti nella sanità pubblica che hanno caratterizzato gli anni di governo del partito conservatore. Ma anche il capo politico dei Labour è nei guai. Ieri in un audio di un suo “ministro-ombra”, trapelato alla stampa, si è scoperta la fragilità del partito, tutt’altro che compatto e a sostegno del suo leader: “non vinceremo mai”, questa sarebbe una delle frasi incriminate e rivelate.
Secondo Jon Ashwort, che ha lavorato fianco a fianco con il leader socialista nel suo governo ombra negli ultimi due anni, ci sarebbero grandi problemi per il partito nelle zone operaie del Nord e del Centro a causa dell’ambiguità sulla questione Brexit. Ufficialmente infatti i Labour vogliono rinegoziare un accordo con l’Unione europea e sottoporre poi quest’ultimo a un referendum. Netta, dall’altra parte, la posizione dei conservatori: “Siamo gli unici in grado di portare a termine la Brexit” è la frase che da settimane va ripetendo Johnson. Proprio sulla divisione dell’Unione i conservatori rischiano di perdere un po’ di elettori tra i benestanti europeisti, tradizionalmente contro i Labour.
Sul programma politico la cesura tra i due partiti è netta. Corbyn propone un’imponente tassazione dei più ricchi a favore di una ri distribuzione delle ricchezze, con poderose nazionalizzazioni di trasporti e asset industriali strategici. Ma la promessa più grande del leader socialista è sull’ambiente, “zero emissioni entro il 2030”, e la sanità, “gratuita e per tutti”. L’attuale Primo Ministro punta tutto sul suo ruolo e sull’alleanza strategica con Donald Trump sul piano economico. Importante anche la chiusura dei confini, BoJo ha infatti promosso una sorta di “green card” per tutti i cittadini dell’Unione che decidono di trasferirsi in Gran Bretagna. Senza dimenticare che, come riportato nello spot elettorale di Boris Johnson ispirato dal film Love Actually, i Labour sono a soli 9 seggi dalla maggioranza.