Quanto sono efficaci le campagne elettorali online dei partiti in questo momento?
“Certamente c’è una grossa adozione dei social, soprattutto di Facebook, da parte di tutte le forze politiche. È importante analizzare che questi strumenti vengono utilizzati in maniera massiccia da quei partiti e quei movimenti che spesso vengono definiti populisti. In questo caso è un tentativo di aggirare le agende mediatiche tradizionali per raggiungere direttamente i potenziali elettori. Non va però dimenticato che i social media retroagiscono sull’agenda dei media generalisti: sempre più spesso vediamo la stampa o la televisione che riprendono tendenze e polemiche partite dagli ambienti dei social.”
Quale logica dovrebbero adottare i partiti nell’utilizzo dei social media?
“I partiti dovrebbero adottare una logica interattiva, evitando di immaginare che i social siano solo un modo più economico per arrivare a grande fasce di utenti. Bisognerebbe cercare il dialogo e l’interazione, ma sempre più spesso sotto i post dei principali esponenti politici si scatenano polemiche che sono tutto tranne che momento di confronto. I toni non sono pacati e i dialoghi sono fra gli utenti con commenti spesso molto schierati.”
E i partiti intervengono per moderare i commenti?
Non sempre. Spesso l’idea è quella di fare il post e lasciare che gli utenti interagiscono.
Di recente Facebook ha cambiato l’algoritmo: questo può influenzare la campagna elettorale online ?
“Il cambiamento dell’algoritmo ha ancora degli effetti graduali in quanto si sta affermando. Nel medio periodo farà sicuramente un danno alla visibilità delle pagine. È altrettanto vero che spesso i partiti fanno ricorso alla sponsorizzazione per cui questa problematica si può aggirare cosi. Altrimenti si mitiga quando i nostri amici commentano o condividono i post di una o dell’altra parte politica.”
Come si spiega che le pagine dei leader siano più seguite rispetto a quelle dei partiti?
“È dovuto al processo di personalizzazione delle campagne elettorali. Si vota la persona più che il partito. Questa personalizzazione va oltre i social e si nota anche a livello delle istituzioni. Molti comuni italiani piccolissimi hanno dei social media che corrispondono al profilo del sindaco. Nelle piccole realtà accade addirittura che i social media si spengono dopo la campagna elettorale come se si smettesse di investire nel dialogo digitale con i cittadini. Può avvenire anche l’inverso: si utilizza la pagina privata per fare campagna. Insomma, i confini sono molto più sfumati di quello che si pensi.”