Vittoria schiacciante dei socialisti alle elezioni legislative in Albania. La coalizione capeggiata dall’ex sindaco di Tirana, Edi Rama, ha ottenuto la vittoria in 11 delle 12 regioni del Paese conquistando anche Scutari, considerata il baluardo del Partito Democratico e infliggendo una pesante sconfitta al presidente uscente Sali Berisha. Quando lo spoglio è giunto all’80%, secondo le proiezioni, al centrosinistra sarebbero andati 84 seggi su 140 (di cui 68 al Partito Socialista, uno ciascuno ai democristiani dell’ex ambasciatore presso la Santa Sede, Zef Bushati, e al partito della minoranza greca PBDNJ e 16 al Movimento socialista per l’Integrazione).
Il partito di Rama si è aggiudicato il 52,69% dei voti, contro il 36,32% che invece è stato totalizzato dall’alleanza di destra guidata dal primo ministro uscente Sali Berisha. Il tasso di affluenza al voto è stato del 53,4 per cento. Disfatta dunque per il partito di Sali Berisha, che dopo 8 anni di governo ottiene appena 56 seggi (di questi 51 al Partito Democratico, due vanno al Partito Repubblicano, e tre al PDIU il partito espressione dei ciam, gli albanesi cacciati dalla Grecia dalla regione della Ciamaria).
Possibile svolta. Dal 1991 – data che segna la fine del regime comunista -, in Albania non si è mai svolta un’elezione considerata completamente libera e legale. Nonostante il voto di domenica 23 giugno fosse considerato una prova per il Paese, un’opportunità per rompere con il passato, non sembrano esserci segnali positivi di novità e cambiamento. La vittoria dei socialdemocratici potrebbe essere considerata come una trasformazione non da poco per tutta la regione. Intanto in Parlamento avanza l’ultradestra di Alleanza Rossonera e il Partito Comunista. Inoltre la giornata di domenica è stata segnata da un grave episodio di violenza (c’è stata una sparatoria a Lac, a circa50 chilometri da Tirana, in cui è morto un attivista dell’opposizione e un candidato del Partito democratico è rimasto ferito), e durante la campagna elettorale le due coalizioni si sono presentate con un programma molto generico e basato soprattutto su critiche e accuse reciproche.
La denuncia e l’augurio dell’Ue. L’Unione europea “condanna i casi di violenza” legati alle elezioni in Albania e chiede subito un’indagine che porti i colpevoli sul banco degli imputati. Questa la richiesta che arriva a Tirana dall’alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton e dal commissario Ue all’allargamento, Stefan Fule. Secondo i dati preliminari degli osservatori, complessivamente però le elezioni nel Paese dei Balcani occidentali si sono svolte “in maniera ordinata”, anche se si fa appello ai partiti politici perché rimettano l’Albania in carreggiata verso l’integrazione europea. “Ora è importante che le rimanenti fasi del processo elettorale – affermano Ashton e Fule – siano condotte in linea con gli standard Ue e internazionali. Facciamo appello a tutti i partiti politici perché agiscano con uno spirito costruttivo per il bene della popolazione in Albania”. “Una volta che i risultati saranno certificati – concludono – incoraggiamo una tempestiva formazione del governo per affrontare le sfide immediate, per assicurare che l’agenda di riforme del Paese venga fortemente perseguita e che il processo di integrazione europea ritrovi un nuovo slancio”.
Mariangela Cossu