Il partito socialdemocratico tedesco (Spd), guidato dall’attuale vicepresidente e ministro del Lavoro Olaf Scholz, ha vinto le elezioni in Germania dopo 16 anni di controllo del Cdu con Angela Merkel al comando. Per la prima volta dal 1945 i due maggiori partiti tedeschi sono entrambi sotto il 30% e per l’Unione, la federazione formata dai partiti gemelli Cdu e Csu, è il peggior risultato di sempre con il 24,1% di preferenze. L’Spd, con un risultato insperato fino a pochi mesi fa, ha vinto con il 25,7% non ottenendo però una vittoria schiacciante. Negli altri partiti c’è delusione tra i Verdi che, nonostante abbiano ottenuto il miglior risultato di sempre, si sono fermati al 14,8%. Al 4° posto il Partito liberale democratico (Fdp) con l’11’5%.
Adesso, però, dovrà formarsi la coalizione che garantirà la maggioranza al prossimo governo. Questa mattina Scholz ha parlato a Berlino spiegando che “gli elettori hanno espresso la loro volontà in modo molto chiaro: hanno rafforzato Spd, Verdi e Liberali. E questi tre devono guidare il nuovo governo. Una coalizione social-ecologica-liberale ha saldi presupposti nella storia ed è quello che dovremo fare”. Scholz si è concentrato anche sulla posizione nell’Unione europea dichiarando che “nessuno deve cercare di dominarla”. Ha confermato che “Cdu e Csu non hanno soltanto perduto molti voti, ma hanno anche avuto il messaggio dagli elettori che adesso non potranno più stare al governo e dovranno andare all’opposizione”.
Intanto, dall’estero arrivano le prime reazioni per l’esito delle elezioni. La Cina si dice “disposta a collaborare con il nuovo governo”. La Francia spera di avere “rapidamente un cancelliere tedesco forte” e in Italia il senatore del Pd Andrea Marcucci e il ministro della Salute Roberto Speranza si dicono soddisfatti del risultato. Non contenta la leader di Fratelli d’Italia e del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei Giorgia Meloni che ha commentato: “Quando le forze di centrodestra si prestano per anni ad alleanze innaturali con la sinistra finiscono per annacquare la propria identità e perdere consenso”.