Dopo la chiusura dei termini per il deposito delle liste elettorali, il centrodesta deve fare i conti con il rischio, per 17 candidati, di non essere ammessi ai collegi uninominali in Lombardia.
Il caso è scoppiato dopo che ieri l’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Milano non ha ammesso le 17 candidature per mancanza di alcuni documenti che riguardano “Noi con l’Italia”. Tra i nomi degli esclusi spicca quello di Michela Vittoria Brambilla, ma anche di Cristina Rossello, nota per essere l’avvocato matrimonialista di Berlusconi e il presidente dell’Ordine dei farmacisti Andrea Mandelli. In totale sono a rischio quindici aspiranti deputati nella circoscrizione Lombardia 1 (Milano e la Brianza) e altri due della Lombardia 4 (Suzzara e Cremona). In particolare quello che manca è la documentazione che avrebbe dovuto certificare l’apparentamento della cosiddetta “quarta gamba” con la coalizione del centrodestra.
Subito è scattato il ricorso dei legali del centrodestra, secondo i quali l’affiliazione della lista sarebbe invece certificata sia dal documento presentato al Viminale – e sottoscritto dai leader nazionali delle quattro formazioni – sia dal testo depositato nella cancelleria dello stesso tribunale dalla lista capofila della coalizione, che è Forza Italia.
Secondo la Brambilla si è trattato di un disguido “provocato dalle eccessive pastoie burocratiche”. La presidente del Movimento animalista si è però detta fiduciosa e ottimista “che l’ufficio elettorale presso la Cassazione rimetterà le cose a posto”.