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Eleggibilità del Cavaliere. L’ok di Epifani. Puppato: «Il problema non esiste. È un assenteista cronico»

di Paolo Costanzi22 Maggio 2013
22 Maggio 2013

Guglielmo Epifani è convinto che Silvio Berlusconi sia eleggibile. E, soprattutto, che il Pd debba votare contro l’esclusione del Cavaliere. Perché il nodo, ricorda il segretario, «è già stato affrontato altre volte» e i democratici non possono che attestarsi su quelle posizioni già assunte in passato e senza «fragilità identitarie».

Gli animi nel partito. Nonostante le proteste sul web e l’allergia dei militanti verso il ventennale avversario di Arcore, la linea del segretario interpreta l’anima maggioritaria tra i parlamentari. Nicola Latorre, ad esempio, si incarica di indicare le priorità. Fra le quali, appunto, non emerge l’ineleggibilità: «È ormai acclarato che Berlusconi è il titolare di Mediaset. Ma l’attuale sistema di verifica che la legge costituzionale affida al Parlamento ha consentito in tutti questi anni di considerarlo eleggibile. Laura Puppato, invece, ammette sconsolata: «Il problema di Berlusconi in Parlamento non esiste, perché lui in Parlamento non c’è mai. È un assenteista cronico».

Primarie Pd. Come se non bastasse, i democratici sono alle prese anche con una delicata vigilia congressuale. L’ultima assemblea ha sancito con un voto che l’assise debba tenersi entro ottobre. Eppure potrebbe slittare, forse al 2014. Un cenno l’ha fatto ieri Epifani, rivolgendosi ai deputati e chiedendo di non comprimere i tempi del tesseramento. In privato, poi, il segretario è stato ancora più esplicito: «Dobbiamo affrontare un’ampia discussione politica. E solo dopo mettere in campo i nomi, perché farlo subito significherebbe innescare una guerra tra bande. Non è quello di cui il Pd ha bisogno».

Nel partito Matteo Renzi non si metterà di traverso, né Enrico Letta ha interesse a bruciare le tappe. I giovani turchi, invece, non gradiranno. Pronti con Gianni Cuperlo a tentare la scalata alla segreteria, insisteranno per rispettare gli impegni già assunti. Proprio Cuperlo mette in chiaro: «Il congresso si deve tenere al più presto. È vero che nei circoli c’è delusione e sconcerto, ma è assurdo aspettare che la rabbia si plachi. E comunque meglio dei militanti arrabbiati che degli abbandoni silenziosi». Della stessa idea è Enzo Amendola si schiera: «Sono contrario al rinvio». Il segretario Pd, Epifani, si mostra disponibile anche a ragionare sulla possibilità di non far votare solo gli iscritti, magari attraverso una registrazione online.

Ricompattare il gruppo. Epifani ha cercato di motivare un gruppo parlamentare ancora scosso dal complicatissimo avvio di legislatura: «Il governo non può fare miracoli – ha detto il segretario –,  non abbiamo un euro, ma dobbiamo avere più fiducia in noi stessi. Il quadro economico è difficilissimo e non siamo alla fine di un tunnel, ma davanti a un bivio». Riguardo l’incidente sul provvedimento sui partiti presentato da Zanda e Finocchiaro, le parole di Epifani sono un richiamo all’ordine: «Andiamo subito in crisi per qualunque pressione esterna. La vicenda avvenuta al Senato è emblematica, prima di presentare i provvedimenti pensiamoci bene. Se li presentiamo, difendiamoli».

Paolo Costanzi

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