Anche la nonna materna del piccolo Eitan, Etty Peleg, è indagata con l’ex marito Shmuel Peleg per il rapimento del nipote. Per gli inquirenti, infatti, la donna sarebbe stata in Italia assieme all’ex coniuge nei giorni precedenti al presunto rapimento.
Già ieri sera, lo zio paterno di Eitan, Or Nirko, aveva accusato la donna di complicità, ma in base alle indiscrezioni raccolte Etty Peleg sarebbe rientrata in Israele prima del giorno del presunto rapimento. Gli inquirenti sono convinti che il sequestro del bambino di sei anni sia frutto di “un piano organizzato”. La stessa Aya Biran, zia e tutrice legale del piccolo, aveva raccontato che il nonno, quando è arrivato a prendere Eitan per la visita che gli era stata concessa, ha parcheggiato lontano dall’abitazione e, dunque, non è chiaro se nell’auto ci fossero altre persone ad attenderlo. Il ruolo della ex moglie di Peleg nell’inchiesta della Procura di Pavia è tuttavia da verificare, ma pare che il 58enne avrebbe effettivamente avuto dei complici nella fuga in Israele con il nipote, dove è arrivato con un volo privato da Lugano.
Lo zio del bambino, Or Nirko, in un’intervista tv a Canale 12 ha denunciato: ” La famiglia Peleg trattiene Eitan come i soldati dell’esercito israeliano tenuti prigionieri nelle carceri di Hamas”. Nell’intervista l’uomo ha ammesso che con la moglie “temeva” un gesto simile: “ La famiglia Peleg si rifiuta di dire dove il bambino si trova. Lo nascondono in una specie di buco”. Or Nirko ha poi sottolineato non è in corso nessuna battaglia legale: “C’è invece un grave reato criminale secondo la convenzione dell’Aja, cioè un rapimento. Le autorità legali israeliane devono sapere che Eitan è stato rapito”. Come sottolineato dal Corriere della Sera, il Ministero degli Esteri sta lavorando con il governo di Tel Aviv, che pare non escluda trattarsi di un rapimento, per riportare il bambino a casa.
Secondo i legali della famiglia materna, si dovrebbe “chiedere a Eitan dove vuole vivere” attraverso “l’ascolto e la verifica delle reali condizioni del minore” con “una consulenza tecnica d’ufficio e quindi in contraddittorio tra le parti”, che invece è stata “rigettata”.