Modifiche alla Costituzione voluta dai Fratelli Musulmani, da sottoporre poi a referendum, ed elezioni legislative entro sei mesi che diano al suo paese un Parlamento. Il presidente ad interim egiziano Adly Mansur con un decreto ha tracciato la strada che porterà l’Egitto fuori dal periodo di transizione, dopo la traumatica deposizione del presidente islamico Mohamed Morsi. Il Paese nel caos. Le disposizioni di Mansur non smorzano tuttavia le tensioni. Dopo il massacro di ieri al Cairo, dove almeno 54 persone sono morte negli scontri tra i militari e i sostenitori del deposto presidente Morsi, oggi è stato indetto il giorno del “Milione di martiri” dai Fratelli Musulmani. Un appello a tutta la popolazione a scendere in piazza per protestare contro il colpo di Stato, che ha tutta l’aria di essere un avvertimento ai militari. La crisi egiziana, questo il messaggio della Fratellanza, potrebbe rapidamente precipitare in una guerra civile.
La strada tracciata. Quanto alle elezioni, l’Egitto terrà nuove consultazioni parlamentari dopo che saranno stati approvati per via referendaria emendamenti alla Costituzione sospesa con la deposizione del presidente islamista secondo il decreto del presidente ad interim Mansur. Il presidente ha delineato un orizzonte di sei mesi per arrivare al voto. Il decreto indica quindi in quattro mesi e mezzo il tempo necessario per riformare la Costituzione ispirata alla Sharia fatta approvare a dicembre dalla maggioranza islamista.
Le elezioni politiche, poi, dovranno essere convocate entro quindici giorni dall’approvazione della nuova Costituzione (attraverso referendum) e, una volta insediato il nuovo Parlamento, nel giro di una settimana dovranno essere convocate anche le elezioni per un nuovo presidente.
