Dopo l’elezione di Ignazio Marino, la stampa romana prende le contromisure e si prepara alla mini-rivoluzione d’estate. Con il cambio della guardia in Campidoglio a mutare non è, quindi, solo lo scenario politico cittadino; perché il mondo dell’informazione capitolina non sta certo a guardare e si adegua di conseguenza.
Tra sostituzioni, avvicendamenti, addii e arrivederci i principali quotidiani della Capitale affilano le armi e cambiano volto. I movimenti più consistenti sicuramente quelli del maggiore tra i giornali romani, Il Messaggero; a partire da una delle redazioni strategiche: la Cronaca di Roma.
Che qualcosa di nuovo fosse nell’aria si era già capito all’indomani dell’insediamento di Marino; un clima di polemica nei confronti delle prime iniziative del neo Sindaco, esploso dopo l’annuncio della pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Ora la conferma: a guidare il servizio, da ieri, un nome forte del giornale: quel Massimo Martinelli già capo della giudiziaria. Figlio d’arte (primogenito di Roberto, storica firma de L’Indipendente, uno tra i più famosi cronisti di giudiziaria in Italia), Martinelli si è occupato dei più importanti casi degli ultimi 25 anni, dalle Brigate Rosse alle stragi di Mafia del ’92, da Tangentopoli fino alla recente inchiesta sulla P4; fratello di un altro volto noto del giornalismo (Maurizio è tra i conduttori del Tg2), è noto nell’ambiente per essere un cane da presa, dal piglio grintoso e risoluto. Ora il direttore Virman Cusenza gli affida le chiavi della cronaca capitolina probabilmente anche per rendere la vita difficile al “primo cittadino” e, c’è da scommetterci, vedremo presto i risultati.
A fargli spazio Enzo Perino, approdato a Il Messaggero neanche un anno fa direttamente da Leggo, assieme al direttore del free press del gruppo, Giancarlo Laurenzi (nominato vicedirettore del giornale); per lui, comunque, il cambio significa uno spostamento di poche stanze: andrà a dirigere la redazione Interni (ora accorpata agli Esteri). Ma l’input dato dall’alto ha, ovviamente, innescato un effetto domino che coinvolge praticamente tutti i settori. Pietro Rocchi, ormai ex capo proprio degli Interni, si aggiunge all’ufficio del Caporedattore centrale che, a sua volta, perde alcune pedine: Stefano Cappellini, proveniente dal Riformista e da meno di due anni a Via del Tritone, starebbe per lasciare (per lui si parla di contatti con Repubblica), mentre Angela Padrone sembra orientata ad abbandonare la scrivania per tornare a fare l’inviata.
Movimenti in vista anche ai piani nobili, col vicedirettore Stefano Barigelli che va ad affiancare Paolo De Paola alla guida del Corriere dello Sport (con buone prospettive di assumere la direzione entro fine anno); al suo posto potrebbe arrivare Federico Monga, vicedirettore de Il Mattino di Napoli. Se ne va, invece, con l’amaro in bocca Piero Santonastaso, caposervizio uscente degli spettacoli, prepensionato a pochi mesi dal traguardo; la sua redazione verrà, ora, assorbita dalla sezione “Macro” con Riccardo De Palo, capo dell’ex redazione Esteri, alla guida.
Si cerca un sostituto, invece, per lo Sport dopo l’addio di Vincenzo Cerracchio. Spostamenti per i quali sono stati, quindi, scelti tutti nomi interni al gruppo editoriale; o meglio, quasi tutti. Perché, per il posto lasciato vacante alla giudiziaria da Martinelli, si è guardato altrove; ma non sembra un caso. Poteva essere promossa una delle tre donne della sua redazione: Cristiana Mangani, Valentina Errante e Sara Menafra. Invece il nome prescelto è quello di Silvia Barocci, in passato responsabile della giudiziaria dell’Ansa ma soprattutto portavoce di Paola Severino durante la sua esperienza da Ministro della Giustizia nel governo tecnico targato Monti. Che, poi, lo studio legale guidato dalla Severino sia lo stesso che cura gli interessi dell’editore è perlomeno una curiosa coincidenza. O, banalmente, la strada attraverso cui Caltagirone, padre-padrone del quotidiano, sta allargando sempre di più la propria influenza sulle vicende cittadine.
Più limitati, invece, i cambiamenti nell’altro storico giornale della di Roma. Il Tempo si prepara ad accogliere un nuovo direttore: Gian Marco Chiocci, cronista balzato alle cronache per le inchieste sulla Parmalat, su Gianfranco Fini e la casa di Montecarlo, sul Monte dei Paschi di Siena e figlio di Francobaldo, storico inviato del quotidiano di Piazza Colonna. Chiocci lascia la redazione romana de Il Giornale per prendere il timone che fu di Mario Sechi prima che, quest’ultimo, s’imbarcasse nell’avventura politica a fianco di Mario Monti. Sostituirà Sarina Biraghi, alla guida del giornale dal gennaio scorso, dopo le dimissioni di Sechi.
Marcello Gelardini