Dopo il bagno di folla e di applausi alla convention di domenica non è troppo presto per tirare le somme, e magari per fare qualche calcolo preventivo. Come si propagherà l’effetto Grasso è ancora tutto da vedere. Eppure i Dem sono piuttosto restii a parlarne, forse perché il clima non è proprio dei più distesi. «La discesa in campo di Grasso? Sul tema parla solo il segretario nazionale», alza le mani Maurizio Martina, che schiva accuratamente le domande dei giornalisti sulla questione.
Eppure, cifre e percentuali alla mano, i sondaggisti danno risposte molte diverse. Rado Fonda di SWG ad esempio, stima solo nell’uno per cento il bagaglio di consensi aggiuntivi che il presidente del Senato porterà alla nuova sinistra, che nei sondaggi passerebbe dunque dal 5 al 6%. Più azzardato forse, il pronostico di Roberto Weber, responsabile dell’area ricerche di Ixé, convinto che i “Liberi e Uguali” potrebbero arrivare anche al 10. Uno dei motivi di questo successo potrebbe essere proprio il ruolo istituzionale che il Presidente del Senato ricopre e che gli fa guadagnare un livello di fiducia molto alto. Più cauta invece Alessandra Ghisleri, di Euromedia Research: “Liberi e Uguali parte dalla base dei suoi tre partiti che stimiamo attorno al 6%. L’effetto Grasso è tutto da verificare. In passato figure istituzionali come i presidenti delle camere non hanno avuto fortuna: penso a Fini, Irene Pivetti e Bertinotti”.
Da una parte esultano i partner della sinistra (Mdp-Si-Possibile), dall’altra il Pd sembra quasi dover incassare un colpo e accusa il Presidente del Senato di indebolire ulteriormente la sinistra. Secondo il dossier di Quorum/You Trend per Reti, in base al Rosatellum, il Pd andrebbe così a perdere ben dieci collegi uninominali a causa delle continue divisioni. Anche per questo motivo la possibilità di un accordo elettorale con il Pd è ancora tutta da decifrare.