Si è spenta questa mattina nella sua abitazione a Milano Franca Rame. L’attrice, sposata con il drammaturgo Dario Fo, era da tempo malata. Sempre nella sua abitazione il 19 aprile dell’anno scorso era stata colpita da un ictus e ricoverata d’urgenza al Policlinico di Milano.
Franca Rame fu più di una semplice, per quanto formidabile attrice. Fu soprattutto una donna coraggiosa, capace di affrontare le dure battaglie della vita con determinazione, fierezza e grandissima dignità.
Gli inizi. Nata nel ’29 a Parabiago, in provincia di Milano, da una famiglia che aveva tradizioni teatrali. Il suo feeling con la recitazione iniziò sin dai primi mesi di vita; interpretò ruoli di infante nelle commedie teatrali allestite dalla compagnia di famiglia. Cruciali furono per lei gli anni ‘50 che segnarono una svolta nella sua carriera. Nel ‘51 venne assunta nella compagnia primaria di prosa per lo spettacolo “Ghe pensi mi” dello sceneggiatore Marcello Marchesi. Nel ‘54 sposò nella basilica di Sant’Ambrogio, Dario Fo da cui ebbe suo figlio Jacopo.
La politica. Sempre con Dario Fo iniziò a scoprire anche la passione per la politica. Nel ’68 si unì al movimento femminista. Uno dei fatti più tragici che coinvolsero l’attrice negli anni ’70 fu il rapimento e lo stupro da parte di un gruppo neofascista. Da questa drammatica esperienza, che vide la sentenza andare in prescrizione, nacque il suo lavoro “lo stupro”. Nel 2006 durante le elezioni politiche si candidò al Senato in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Umbria con l’Italia dei Valori. Eletta senatrice nel 2006 lasciò l’incarico due anni dopo non condividendo gli orientamenti di governo.
Gli ultimi anni. Nel 2009 pubblicò a quattro mani la sua autobiografia “una vita improvvisa” e tra il 2001 e il 2012 sempre con il marito riportò in scena “Mistero buffo”, in una tournè che fece il giro dei teatri del nord. In memoria dell’attrice oggi in Parlamento è stato osservato un minuto di silenzio. Il ministro alla Cultura Massimo Bray l’ha ricordata con queste parole: “ Ha contribuito in maniera indelebile alla diffusione della cultura”.
Giampaolo Confortini