BRUXELLES – È atteso il via libera all’intesa sugli e-fuel da parte del Consiglio europeo e dall’Europarlamento, a seguito dell’annullamento dello stop alla produzione di motori termici per il 2035 e alla risoluzione sulle colonnine per le auto verdi sulle strade europee. Sulle questioni, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha affermato che “l’accordo è chiuso, prevede i motori endotermici con gli e-fuel, ma stiamo tentando di mettere a punto nuovi sviluppi”. Entusiasmo anche dal ministro delle Imprese Adolfo Urso: “Si è aperta una strada per salvaguardare il motore termico”, ma il nodo italiano è l’impiego dei biocarburanti.
Urso e Pichetto Fratin, però, puntano su una possibile apertura europea per “nuovi sviluppi sulla partita carburanti”. Per il ministro dell’Ambiente “gli e-fuel li avremo fra 10 anni, i biocarburanti li abbiamo adesso”, mentre per il responsabile del Made in Italy “conta che l’obiettivo che tutti abbiamo è il rispetto ambientale, con qualsiasi tecnologia utilizzabile”.
Ma sull’intesa non manca lo scetticismo. Secondo il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, “Meloni in Europa è sempre più isolata nel difendere le fonti fossili”. Il governo italiano punta sull’apertura per i carburanti biologici anche a causa delle bio-raffinerie di Venezia e Gela, che producono Olio vegetale idrogenato, ovvero biocarburante.
Per quanto riguarda invece la risoluzione sui distributori green, le colonnine per le auto elettriche dovranno essere installate, entro il 2026, con a un minimo di 60 chilometri tra loro sullee le principali reti stradali europee. Per i mezzi pesanti, la distanza minima raddoppia a 120 chilometri, entro il 2028. Entro il 2031 invece dovrà essere ultimata la costruzione di colonnine a idrogeno (e altri e-fuel) ogni 200 chilometri. Il piano prevede anche la messa a punto di diversi piani nazionali per l’implementazione delle stazioni.