ROMA – Non solo Nicolò Fagioli e Sandro Tonali. In Italia a vagare nel tunnel delle scommesse illegali sono 4,4 milioni di persone, vale a dire il 17% degli scommettitori totali. Secondo uno studio di AgiproNews, ripreso in un’inchiesta della Gazzetta dello Sport, ogni anno nel Paese il sistema di gioco illegale guadagna 25 miliardi di euro. Di questi, 18,5 finisce sui siti online.
Il mercato nero delle scommesse ha danneggiato l’Erario con perdite di introiti pari a 1 miliardo di euro. Nel 2023 l’Agenzia delle Dogane ha inibito l’accesso a quasi 10.000 siti illegali ma le misure adottate finora dallo Stato per arginare il problema si sono rivelate insufficienti. Il decreto Dignità varato nel 2018 stabilisce il divieto per qualsiasi tipo di pubblicità relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro su qualunque mezzo. Provvedimento evidentemente aggirato, dal momento che – secondo uno studio di Notosondaggi – su un campione di mille individui il 17% dichiara di conoscere qualcuno che gioca su siti online non autorizzati.
Se l’avanzare della tecnologia ha consentito al mercato nero delle scommesse di sconfinare online, il metodo attraverso cui le persone arrivano ai siti illegali è sempre quello tradizionale: il passaparola. Sui siti di questo tipo c’è sempre un link che rimanda a gruppi Telegram o Whatsapp dove trovare informazioni su come aprire il proprio conto. Che, nei fatti, si rivela essere fasullo considerando che non si attiva con dati anagrafici e bancari ma solo con username e password. La riscossione delle vincite o il pagamento dei debiti avviene tramite i cosiddetti “manager” locali, individui spesso legati alla criminalità organizzata. Per i clienti con un tenore di vita sopra la media – circa il 14% dei casi – i manager sono soliti accreditare le somme di denaro sulla piattaforma ancor prima di ricevere il contante, facilitando perciò l’indebitamento dei soggetti. A guadagnarci, insomma, è solo la malavita, che solo nel 2022 ha raccolto 19 miliardi di euro dal gioco d’azzardo illegale.