Risate, tante risate. La sala 2 del cinema Barberini di Roma era gremita di giornalisti e critici che hanno accolto con entusiasmo l’anteprima del film “La mossa del pinguino”, debutto alla regia di Claudio Amendola. La pellicola aveva riscosso successo già lo scorso novembre quando era stata presentata al “Torino Film Festival” ed ora che ha convinto anche la stampa romana non resta che attendere il parere del pubblico, vero giudice delle opere cinematografiche.
Una tragicomica avventura che segue il percorso di riscatto di uomini abbattuti dalla vita ma che hanno ancora voglia di vincere e sognare. E tutto questo attraverso lo sport. Proprio lo sport, insieme ai sogni e all’amicizia, rappresenta l’ asse portante di tutta la storia. “L’idea è quella di coinvolgere lo spettatore dal punto di vista emotivo attraverso tutto ciò che lo sport, e ancora di più lo spirito di squadra, rappresenta – ha raccontato in conferenza stampa un Amendola visibilmente emozionato per il suo debutto – Ma anche di raccontare la vita di quattro persone della nostra società alle prese con i soliti problemi: la casa, il lavoro, gli affetti”.
Ma il soggetto di questo film già esisteva ed oltre ad Amendola anche Edoardo Leo è stato determinante per la realizzazione de “La mossa del pinguino”. “Il progetto risale al 2005 – ha raccontato Leo – Avevo questa sceneggiatura nel pc, ogni tanto la aprivo e la rileggevo, ma non credevo fosse giusta per una mia regia. Sinceramente volevo che qualcuno mi dirigesse nel ruolo di Bruno perché mi ero innamorato del personaggio. Quando ho saputo che Claudio cercava un progetto per il suo debutto, ho pensato che il candore di questa storia potesse essere in linea con la sua personalità”. Insieme hanno così ritoccato, adattandola alla loro idea di cinema, la sceneggiatura di Michele Alberico e Giulio Di Martino.
Oltre a Leo, fanno parte del fantastico quartetto anche Ennio Fantastichini, Antonello Fassari e Ricky Memphis, tutti presenti in conferenza stampa. “Quando mi arriva un copione ci metto sempre qualche giorno a leggerlo. Prima lo guardo, gli ringhio, lo faccio sempre da circa quarant’anni – scherza, con un probabile fondo di verità, Fantastichini – quello che mi ha colpito è stata la fanciullezza dei personaggi che volevano abbandonarsi ad un sogno. Pur facendo sorridere – ha concluso – il film assesta anche qualche calcio alle parti basse, perché c’è anche la giusta dose di realismo”. Fassari definisce il suo personaggio “imprecisata identità”: “Sembra uno di quei sopravvissuti individui degli anni ’70”, ha raccontato. Memphis invece è stato lapidario: ““È inutile che vi parli del personaggio, il film l’avete visto. Anzi, è inutile che vi parli proprio”. Con questa frase l’attore ha preso la parola, congedandosi subito tra le risate della sala. Ma in realtà è stato proprio lui a suggerire di dare spessore al suo personaggio, inserendo la figura del padre, interpretato da Sergio Fiorentini che forse ha finito per connotare la vera vena malinconica di tutto il film.
Un cast pieno di volti già noti al pubblico del piccolo e del grande schermo. Alcuni, come Memphis, Fiorentini e Francesca Inaudi, l’unica figura femminile del film, hanno lavorato insieme in “Distretto di polizia” mentre gli altri, Antonello Fassari e Edoardo Leo, hanno recitato al fianco di Amendola nella fortunata serie de “I Cesaroni”. Ed è proprio in questa fiction che Claudio, tolti i panni da regista, tornerà a vestire quelli di attore, per farci vivere una nuova stagione ricca di avventure.
Maria Lucia Panucci