Le elezioni non finiscono mai, soprattutto se siete americani. Mancano 13 giorni alla conclusione di una delle più brutte campagne elettorali della storia a stelle e strisce. Già tre milioni di americani sparsi per il mondo hanno votato. I tre confronti in diretta tv hanno riportato alla platea nazionale e internazionale un paese profondamente diviso: due concezioni politiche antitetiche e due candidati che sembrano aver dimenticato la loro vecchia amicizia.
Sono mesi che Clinton e Trump provano in ogni modo a screditarsi a vicenda di fronte all’opinione pubblica. Trump, che ha fatto del politicamente scorretto il suo biglietto da visita sembra, però, sembra essere in crisi su quello che fino a due mesi fa era il suo campo da gioco ideale. Undici donne, tra cui Jessica Drake, professione pornostar, hanno accusato il Tycoon di molestie sessuali. Un duro colpo per il newyorkese, che per tutta la campagna non è riuscito ad intercettare il voto femminile. Gli errori del repubblicano Trump sono state le fortune dell’ex first lady Clinton, che però è sempre nell’occhio del ciclone poiché indagata da più di un anno e mezzo dall’FBI. L’accusa sostiene che Clinton abbia fatto un uso privato di una casella di una casella di posta elettronica top secret proprio nel periodo in cui ricopriva il ruolo di 67° segretario di stato americano.
Sono profondamente contrapposti anche gli elettorati dei due candidati. Hillary gode del tradizionale sostegno che la comunità di colore riserva alla famiglia Clinton, Il marito Bill veniva definito il primo presidente di colore americano. Anche le donne, dopo un inspiegabile scetticismo iniziale, sembrano aver abbracciato la causa democratica. Infatti, le minoranze razziali non hanno mai fatto mancare il sostegno ai democratici, anche per una assoluta mancanza di volontà di intercettarne le istanze da parte del candidato repubblicano. La gran parte dell’elettorato di Trump appartiene alla classe media impoverita dalla crisi del 2008. Per quanto the Donald sia newyorkese, trova consensi negli stati centrali, dove l’agricoltura è ancora centrale nell’economia. Riscuote successo sia tra i ricchissimi, sia tra i redneck della sconfinata campagna, unendo le istanze di entrambi sotto un ombrello anti-sistema che Donald Trump ha saputo cavalcare.
Clinton sembra vicina all’obbiettivo con 252 grandi elettori dalla sua parte. Mentre Trump è staccato a 126. L’elettorato americano, infatti, non elegge direttamente il Presidente, elegge 540 delegati. Ogni stato ha un numero di delegati che rispecchia più o meno la sua popolosità. Servono 270 grandi elettori per diventare inquilino della Casa Bianca.