“È doloroso e difficile aver vissuto questa esperienza ma ancor più dolorosa e difficile è la condizione che vivono questi stessi ragazzi e anche gli operatori che se ne prendono cura. Non ci fermeremo e domani saremo a Trani, in un altro centro e continueremo a fare pressioni sul Ministero dell’Interno perché acceleri il percorso di trasferimento e di collocamento dei ragazzi in contesti più adeguati”. Questo è il messaggio di speranza che Rosy Paparella, la garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Puglia ha affidato al suo profilo facebook dopo i fatti accaduti ieri pomeriggio a Cassano delle Murge, in provincia di Bari. La garante Paparella e Filomena Albano, la responsabile nazionale per le politiche sull’infanzia, sono state sequestrate in una ispezione della struttura pugliese destinata all’accoglienza di minori non accompagnati. Il sequestro è terminato con l’intervento dei carabinieri, arrivati a liberare la Albano e le persone che erano con lei.
La protesta è scoppiata mentre gli operatori e le garanti erano nella sala riunioni del centro d’accoglienza. Il crescente nervosismo dei ragazzi ha spinto la delegazione a tentare di uscire. Per impedire che ciò accadesse i giovani migranti hanno circondato le auto impedendo alla delegazione di allontanarsi dal centro. Solo una chiamata da cellulare ai carabinieri, che sono giunti subito sul posto è riuscita a calmare gli animi degli ospiti e a liberare la garante nazionale e le persone che la accompagnavano. “‘Ci fanno mangiare, ci fanno dormire, ma noi non andiamo a scuola” questo è ciò che lamentano i “rapitori”. È stata la stessa Paparella a raccontare all’Ansa: “Non facciamo niente, non vediamo nulla per il nostro futuro”, dicevano. Poi hanno continuato a parlarle sostenendo di non credere “più a nessuno, perché sono venuti dal Ministero e ci hanno detto un sacco di balle”.