SALSOMAGGIORE – Altri due femminicidi, questa volta in un solo giorno. È quanto accaduto a Salsomaggiore Terme e ad Andria martedì 28 novembre. La grande affluenza alle manifestazioni del 25 novembre aveva dato speranza. Ma la realtà, ancora una volta, è l’aumento del triste fenomeno dei femminicidi.
Il femminicidio di Salsomaggiore
A Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, una donna di 66 anni è stata uccisa a colpi di mazza da cricket nel centro città. Secondo le prime ricostruzioni Meena Kumari – la vittima di nazionalità indiana – è stata aggredita dal marito prima in casa davanti ad alcuni familiari, poi in strada dove si era rifugiata per chiedere aiuto. Lì l’uomo l’ha raggiunta, colpendola nuovamente. Inutili i soccorsi del 118 e i tentativi di rianimazione dei medici sul posto, che ne hanno constatato il decesso. L’uomo – fermato da una carabiniera fuori servizio – è stato trasferito nella caserma di Salsomaggiore, mentre sono in corso le indagini coordinate dalla Procura di Parma. Musile Tanzi, sindaco di Salsomaggiore Terme, ha sottolineato “l’importanza di intervenire quando vediamo segnali di pericolo e di promuovere una cultura della vita e del rispetto”.
Andria, il femminicidio davanti ai figli della coppia
Ripetuti colpi all’addome e al torace con un coltello. Poi la confessione al 118. A distanza di poche ore dal caso di Salsomaggiore un’altra donna uccisa, questa volta ad Andria, nel nord del del barese. La vittima, Vincenza Angrisano, è stata uccisa dal marito nella casa in cui la coppia viveva con i figli. I bambini, di 6 e 11 anni, avrebbero assistito all’omicidio. Gli operatori del 118 hanno avvisato i carabinieri una volta ricevuta la chiamata dell’uomo, che è stato sottoposto a fermo nella notte con l’accusa di omicidio volontario. “Continueremo a confrontarci con le responsabili dei centri antiviolenza per capire come poter agire e per essere ancora più incisivi”, ha commentato l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone.
Un arresto nel siracusano per minacce
“Se non torni con me ti faccio finire come a quella di cui stanno parlando in televisione”. È questa la minaccia di un 64enne di Priolo Gargallo, arrestato dalla polizia. Il chiaro richiamo al femminicidio di Giulia Cecchettin ha fatto scattare, nei confronti dell’uomo, un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Il provvedimento restrittivo, emesso dal gip di Siracusa dopo la denuncia della vittima, prevede anche l’utilizzo del braccialetto elettronico.