MOSCA – Intercettati grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza. I due sospettati per l’assassinio del generale russo Igor Kirillov e del suo assistente Ilya Polikarpov sono stati fermati a Mosca.
I servizi segreti ucraini rivendicano l’attacco contro colui che diede “l’ordine di usare armi chimiche proibite” definendolo “inevitabile”. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskof accusa Kiev di terrorismo mentre l’ex presidente Dmitrij Medvedev ha già annunciato l’imminente vendetta. Rimane solo da capire “quando e come”.
La Russia attacca anche i funzionari della Nato che starebbero portando avanti una guerra “ibrida e convenzionale”. Le reazioni occidentali non hanno tardato ad arrivare. Il Regno Unito, d’altro canto, si dice “non dispiaciuto” per la morte del militare.
Per quanto riguarda la guerra combattuta sul campo, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky chiede aiuto all’Unione europea e all’America di Trump: “Dopo l’insediamento del presidente, gli sforzi per fermare la guerra si intensificheranno. Tutti noi in Europa abbiamo bisogno di una forte visione comune di tutti i partner. Abbiamo bisogno di una vera pace. L’importante è che questa pace, la pace attraverso la forza, possa essere raggiunta”.
Gli Usa di fatto prendono le distanze da Kiev non approvando l’uccisione del generale. È stata proprio l’emittente statunitense Cnn a denunciare la condizione dei soldati nord coreani nel Kursk. Il contingente spedito da Kim Jong-un avrebbe già subito ingenti perdite. Le tecniche belliche delle truppe di Pyongyang sarebbero ferme a settanta anni fa e in balia di “un terreno sconosciuto in un teatro di guerra moderno e brutale”. Una vera e propria condanna a morte per tutti, dai capi dei nodi di comando al soldato semplice.