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Giubileo straordinario da dicembre: l’annuncio di papa Francesco nel secondo anniversario del suo pontificato

di Carlotta Dessì13 Marzo 2015
13 Marzo 2015

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Un Giubileo straordinario dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016. E’ stato questo  l’annuncio che ha fatto Papa Francesco nel corso del rito penitenziale svoltosi  oggi nella Basilica di San Pietro.
“Cari fratelli e sorelle  – ha detto – ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale, per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio- continuato.- Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, Domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia”.“

L’annuncio arriva proprio in occasione del secondo anniversario del pontificato di Francesco: “Buonasera”. E’stata questa la prima parola il 13 marzo del 2013 con cui  Jorge Mario Bergoglio, ora papa Francesco,  salutò il mondo subito dopo  essere stato eletto vescovo di Roma al secondo giorno di Conclave. E oggi, sono due anni di un Papa che ha rivoluzionato la Chiesa, concentrando la maggior parte dei suoi pensieri alle persone povere e bisognose.

“Come vorrei una chiesa povera per i poveri…” disse Bergoglio poche ore dopo la sua elezione a Pontefice spiegando al mondo la scelta del nome Francesco. Un concetto che in questi due anni ha sempre messo in primo piano, con tante parole e tanti fatti. L’ultimo, l’apertura del “servizio barberia” per i clochard.

Ogni mattina la sveglia nella stanza 201 nella casa di Santa Marta suona alle 4.45. Prima di scendere per la messa delle sette, ogni mattina, tranne il mercoledì dell’udienza generale, il Papa gesuita resta per due ore da solo in camera per pregare e preparare l’Omelia. Poi i vari impegni segnati in agenda, alle 13 il pranzo nel refettorio comune e alle 20 la cena. Alle 21, Francesco è già nella sua stanza dove riflette sulla giornata appena passata, prega e si riposa in vista della giornata successiva.

Protagonista di grandi cambiamenti in Vaticano, comunica in maniera diretta suscitando spesso stupore. Come quando nel gennaio scorso, ritornando in aereo dal viaggio nelle Filippine, creò tanto stupore parlando dei cattolici che facevano “figli come conigli”. Poi la sua attenzione per i gay espressa durante un viaggio di ritorno a Copacabana: chi sono per giudicare un gay? Sono persone come noi.

Poi il discorso alla Curia nel periodo di Natale in cui invita a fare un vero esame di coscienza soprattutto riguardo la “patologia del potere” e ai sacerdoti di non temere il rinnovamento della Chiesa e della povertà: “Mi fa male quando vedo un prete o una suora con un’auto di ultimo modello: non si può!”.

A novembre 2013 viene pubblicata la sua prima vera enciclica l’”Esortazione Apostolica” e qualche mese dopo (luglio) si reca a Lampedusa dopo lo strage dei migranti in mare, gettando tra le onde una corona di fiori. Poi la canonizzazione di due pontefici, Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, che viene vista anche come la prima cerimonia officiata da due Papi vista la presenza di Bendetto XVI.

Infine la visita delicata in Medio Oriente (Giordania, Cisgiordiana e Israele) in cui il Pontefice invita alla pace nella ragione: “mai più odio, mai più Shoah”.

Nei suoi due anni in Vaticano la popolarità del Papa è cresciuta anche su Twitter: sono quasi venti milioni i followers che seguono il suo account. Bergoglio ha “cinguettato” più di 500 volte. Ma il record è per il viaggio nelle Filippine. “Nei momenti più brutti, ricordate: Dio è nostro Padre; Dio non abbandona i suoi figli”. Il suo ultimo tweet, due giorni fa.

 

Carlotta Dessì

 

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