Tra i superstiti c’è chi si chiuso nel silenzio, chi ha espresso il proprio dolore attraverso un libro, o chi se lo è tatuato sulla pelle. A due anni di distanza da quel 13 novembre 2015, quando l’Isis colpì a morte Parigi e l’Europa, la Francia si ferma per ricordare e commemorare le vittime della follia jihadista. Quella notte a Parigi furono spezzate 130 vite, 400 i feriti, negli attacchi terroristici simultanei allo Stade De France, ai caffè e ristoranti del 10° e 11° arrondissement e al Bataclan. Il locale parigino, con i suoi 90 morti, tra cui moltissimi giovani, divenne il simbolo della tragedia. Tra le vittime c’era anche Valeria Solesin, la ricercatrice veneziana a Parigi per un dottorato di ricerca alla Sorbona.
Il presidente Emmanuel Macron, la sindaca Anne Hidalgo e i familiari delle vittime si sono radunati davanti lo Stade de France, a Saint Denis. Macron ha deposto una corona di fiori, tra ingenti misure di sicurezza. Davanti a ogni luogo in cui è prevista una cerimonia, si procederà alla lettura dei nomi delle vittime ed alla deposizione di una corona di fiori, seguiti da un minuto di silenzio.
La Francia era già entrata nella spirale del terrore del terrorismo jihadista. Nel gennaio dello stesso anno, l’agguato alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e al supermercato Hyper Kascher di porte de Vincennes, aveva aperto il primo squarcio sulla vulnerabilità dell’Europa. L’Isis avrebbe colpito ancora, in Francia e altrove, scolpendo per sempre date e immagini nella memoria collettiva. Il 14 luglio 2016, a Nizza, durante le celebrazioni per la festa nazionale, un uomo a bordo di un camion salì e guidò a folle velocità sulla Promenade des Anglais, il lungomare della città della costa azzurra. Avrebbe ucciso 86 persone, prima di venire a sua volta ucciso dalle forze di sicurezza.
Due anni dopo, lo stato islamico è quasi del tutto debellato in Siria e Iraq, ma la tensione resta alta sui miliziani di ritorno. “La volontà dell’Isis di attaccarci è rimasta intatta, la minaccia resta molto forte”, dice il capo degli 007 francesi Laurent Nunez al quotidiano Le Figaro. Il primo novembre è entrata in vigore la nuova legge sulla sicurezza che ha concluso il periodo più lungo di stato d’emergenza nel Paese.