Ha solo sette anni il bambino superstite della tragedia avvenuta ieri a Pozzuoli, in provincia di Napoli. Nella mattinata, infatti, il piccolo ha perso l’intera famiglia – madre, padre e fratellino – vittime di un incedente avvenuto nei pressi di una fangaia del vulcano Solfatara. Il ragazzino, dapprima soccorso da alcuni visitatori e guide turistiche presenti sul posto, e poi seguito dagli assistenti sociali del comune di Pozzuoli e dagli psicologi, è stato affidato in serata ai nonni paterni.
Ad attendere la coppia all’aeroporto di Capodichino di Napoli è stato il primo cittadino di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia. I due coniugi, però, si tratterranno nel comune campano per diversi giorni: oltre a completare le pratiche burocratiche, dovranno riconoscere le salme trasferite al Secondo Policlinico di Napoli. A tal proposito, il magistrato che segue le indagini, ha disposto l’autopsia dei corpi estratti dai vigili del fuoco.
La vicenda che ha coinvolto la famiglia di Torino – ma residente in provincia di Venezia – è accaduta quando il primogenito, un bambino di undici anni, si è spinto oltre le transenne che delimitavano l’area proibita. Probabilmente mosso dalla curiosità, il ragazzino è poi precipitato in un fosso profondo meno di tre metri. Ma a causare la sua morte sono state le esalazioni di gas velenosi. Stessa sorte è toccata al padre del bimbo – un uomo di quarantacinque anni – che si è gettato per salvare il figlio, seguito dalla moglie (quarantadue anni), anche lei soffocata dall’anidride carbonica.
Pochi minuti, quindi, sono bastati per distruggere una famiglia che si era recata presso una delle mete turistiche più affollate della Campania, i Campi Flegrei. Oggi, in segno di cordoglio per le vittime e di vicinanza ai familiari, è stato proclamato il lutto cittadino.