Un gioco tra amici finito male o forse un saluto azzardato, nel tentativo di sporgersi da una balaustra dei giardini Barberini di Palestrina, vicino Roma. Stefano Salvatori, diciottenne di Castel San Pietro Romano, è morto così, sabato notte, sotto gli occhi degli amici e della fidanzata, precipitando da un’altezza di quasi sei metri.
«Stavamo solo giocando, lui si è sbilanciato ed è caduto» hanno raccontato i compagni del ragazzo ai carabinieri di Palestrina che indagano sulla vicenda. Stando alla ricostruzione dei militari sulla base di alcune testimonianze, Stefano era in compagnia di alcuni coetanei e della fidanzatina quando è precipitato dal parapetto dei giardinetti sulla strada sottostante. La salma è stata trasferita al policlinico Tor Vergata di Roma per essere sottoposta all’autopsia e agli esami tossicologici.
«Sei tutta la mia vita, mamma, mi diceva sempre. E io gli rispondevo: ma che dici sei tu la mia vita». Così mamma Carmina, in preda alla disperazione, ricorda il figlio più piccolo; mentre papà Maurizio parla di una disgrazia, di un gioco assurdo, forse di sputi tra ragazzi, finito male.
I compagni di scuola, gli amici di Palestrina, di Cave, Genezzano, gli altri scout come lui, parlano di Stefano come di un ragazzo buono, sorridente, generoso e bravo a scuola. «Voglio ricordarlo per la felicità che trasmetteva agli altri – dice Serenella – ogni volta che qualcosa non andava con due secondi ci faceva sorridere. Persone così non se ne trovano e stare tutti i giorni insieme a lui è stata una fortuna. Ora provo rabbia e dolore».
Adesso sulla balconata della tragedia consumatasi sabato notte restano i mazzi di rose bianche e gli striscioni degli amici: «Che la terra ti sia lieve. Bella frate’».
Samantha De Martin
