Notte insonne per la maggioranza di governo che zoppica alla Camera. L’esecutivo va sotto quattro volte nelle sedute in programma nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali. Un preoccupato Mario Draghi, che si trovava a Bruxelles, rientra subito a Roma per un confronto urgente con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il premier convoca poi i capidelegazione di maggioranza per una strigliata che sa di ultimatum: “Non siamo qui per scaldare la sedia e neanche a perdere tempo. Se ai partiti e al Parlamento non va bene questo governo, trovatevene un altro”, avrebbe detto ai partiti.
Governo sotto su 4 emendamenti
Quello di ieri è qualcosa di più di un incidente, soprattutto alla vigilia del Consiglio dei ministri che dovrebbe varare il decreto per contrastare il caro bollette e probabilmente anche il ripristino della cessione del credito per il superbonus. Contro il parere dell’esecutivo, Pd e 5 Stelle hanno votato in maniera difforme sulla decarbonizzazione dell’Ilva, mentre Lega e Forza Italia sul tetto al contante (per il quale in mattinata i 5 stelle hanno presentato un emendamento soppressivo). Il governo poi aveva espresso parere negativo sugli emendamenti che riguardano norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali, che sono stati però approvati.
Emendamento sui contanti: torna l’asse nel centrodestra
Nella notte Lega e Forza Italia hanno votato con Fratelli d’Italia una retromarcia sul contante: il tetto che dallo scorso 1° gennaio è sceso a mille euro torna ora per un anno a 2 mila euro. Dopo le polemiche delle scorse settimane, torna un’asse nel centrodestra. Continua però a serpeggiare l’idea di uno spostamento a destra di Fratelli d’Italia per cavalcare le posizioni di malcontento antigovernista. Intanto Lino Ricchiuti, viceresponsabile del dipartimento Imprese e Mondi produttivi di Fratelli d’Italia commenta aspramente l’ira del premier Draghi: “Qualcuno dovrebbe spiegare al presidente Draghi, magari il Quirinale, che il governo si chiama Esecutivo perché esegue le leggi che fa il Parlamento e non viceversa”.
Orfini e Calenda, le reazioni nel centrosinistra
Secondo indiscrezioni c’è stato un duro scontro in Commissione anche fra il Partito democratico e la Lega. Ma il deputato Matteo Orfini richiama alla calma: “Se su alcuni aspetti di un provvedimento complesso e ampio come il Milleproroghe, il Parlamento ha una posizione diversa dal governo, non è un dramma”.
Decisamente più critico il leader di Azione Carlo Calenda al programma Coffee Break: “Da un lato ci sono Mattarella e Draghi che portano avanti il Paese in un clima internazionale complicatissimo e dall’altro ci sono i ragazzini che giocano e dove l’assunzione di responsabilità non c’è mai e un esempio è proprio Salvini. Così non si governa nemmeno un condominio, sicuramente non il Paese”.