L’Eurozona è «nel bel mezzo di una solida espansione economica». A dirlo è il presidente della Bce Mario Draghi, nel corso del Congresso europeo delle Banche a Francoforte. «Gli ultimi dati e i sondaggi indicano una dinamica di crescita senza sosta nel periodo a venire e la Bce è fiduciosa che questo impulso continui ad andare avanti», sottolinea Draghi.
La ripresa appare ormai solida, come conferma la crescita del Pil della zona euro da 18 trimestri consecutivi. Dati positivi dovuti non solo alla politica monetaria imposta dalla Banca centrale, ma anche alla ripresa dei consumi da parte delle famiglie.
Da sola però, avverte Draghi, la crescita non basta: «Con la ripresa in corso, è arrivato il momento giusto perché l’Eurozona affronti le future sfide alla stabilità. Questo significa fare ordine in casa per quanto riguarda i conti pubblici, per creare cuscinetti in vista del futuro, non semplicemente aspettare che la crescita gradualmente riduca il debito».
Buone notizie arrivano dal presidente della Bce anche per il nostro Paese: «Le imprese italiane hanno visto calare il loro coefficiente di indebitamento di circa trenta punti percentuali da fine 2012, tornando ai livelli di metà 2007».
Cresce notevolmente il numero di occupati, che «raggiungono il livello più alto di sempre, mentre la disoccupazione è scesa al livello più basso da gennaio 2009. Ormai – commenta Draghi – la partecipazione al lavoro è di due punti percentuali al di sopra del suo livello pre-crisi. Tutto questo è stato determinato in particolare dall’aumento dell’ingresso delle donne nella forza lavoro, il cui tasso di partecipazione è aumentato di quattro punti percentuali dal 2008».
L’inflazione, invece, resta ancora debole in tutta l’Eurozona, per questo «occorre mantenere un approccio paziente e persistente sulla nostra politica monetaria». Draghi si riferisce in maniera non troppo velata alle misure del Quantitative Easing, vale a dire l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce per aumentare la moneta in circolazione: «Rimane necessario un ampio grado di stimolo monetario».