Ridurre il divario tra nord e sud per rilanciare l’Italia. Secondo il premier Mario Draghi l’occasione è data dall’arrivo dei soldi del Recovery Fund. “Il programma di Next Generation Eu – spiega il capo dell’esecutivo all’evento “Sud-progetti per ripartire” – prevede 191,5 miliardi da spendere entro il 2026 e uno degli obiettivi è rafforzare la coesione territoriale”. Negli ultimi dieci anni la spesa pubblica per investimenti nel mezzogiorno si è più che dimezzata, ma il presidente del consiglio ha sottolineato che “questi soldi, se spesi bene, possono far ripartire non soltanto il processo di convergenza tra nord e sud, ma anche l’economia nazionale”.
Una strada ambiziosa, ma non priva di ostacoli. “Il problema – ha detto il premier – non è soltanto la mancanza di fondi, ma anche e soprattutto la capacità di spenderli bene”. Nel mirino di Draghi sono finiti “l’assenza di progetti e le opere incompiute”. Due nodi che rischiano di mettere in discussione l’erogazione del Recovery, che avverrà gradualmente sulla base della verifica dei risultati raggiunti. “Le regole europee – ha affermato il ministro per le Infrastrutture Enrico Giovannini – prevedono che se prendi i soldi adesso per una ferrovia, entro il 2026 ci devono passare i treni”.
Una sfida contro il tempo che per Giovannini si traduce “nella necessità di realizzare opere pubbliche in cinque anni, ma senza il modello Genova dei commissari e della deroga alle gare: la soluzione è anticipare il dibattito pubblico prima dell’inizio dei lavori, agire con tempi prestabiliti e semplificare le procedure di gara”. Un’opportunità che – secondo le parole del ministro dell’Economia Daniele Franco – potrebbe agire da volano per la crescita che “pur calata nel primo trimestre, subirà una ripresa nel secondo per poi avere un’accelerazione nel terzo e nel quarto”.