“Continua la ripresa nel mercato del lavoro e con un aumento di circa 7,5 milioni di posti dalla metà del 2013. Nell’Eurozona tutti i posti di lavoro persi durante la crisi sono stati recuperati e il tasso di disoccupazione è ai minimi da dicembre 2008”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi durante un convegno a Francoforte. Ancora presto però, per chiudere il Quantitative easing: “Occorre che ci sia una condizione chiara – ha detto Draghi – dobbiamo vedere una correzione sostenibile nel percorso dell’inflazione verso il nostro obiettivo, ossia vicino al 2%” e per quanto riguarda i tassi d’interesse della Bce “resteranno sui livelli attuali ben oltre la fine del Qe”.
Il presidente della Bce ha fatto notare che anche se la crescita nell’Eurozona si è rivelata “più forte delle attese e la fiducia è aumentata, non possiamo ancora dire di aver completato il lavoro”. La nostra politica monetaria dovrà dunque essere “calibrata” per centrare l’obiettivo, ha aggiunto.
La crescita non riguarda solamente l’economia in generale ma anche il mercato del lavoro. Draghi si è dimostrato ottimista sulle ultime proiezioni macroeconomiche della Bce, che rivelano un incremento delle prospettive di crescita dell’eurozona “che vedono il Pil in aumento del 2,4% nel 2018, dell’1,9% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020″. Il presidente ha poi sottolineato che “tre quarti della crescita dell’occupazione durante la ripresa è rappresentata da lavoratori più anziani e più della metà da donne”.