Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto il suo secondo e ultimo discorso all’Assemblea generale dell’Onu a New York. Tanti i temi affrontati, tra cui la guerra in Ucraina, il futuro dell’Italia e il price cap per il gas. Nella sua ultima settimana da premier Draghi ha voluto rimarcare che “l’Italia nei prossimi anni continuerà a essere protagonista della vita europea. Sarà vicina agli alleati della Nato, aperta all’ascolto e al dialogo, determinata a contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale. Sono gli stessi principi e obiettivi che ispirano le Nazioni Unite, che al giorno d’oggi è necessario difendere”.
Il suo intervento si è concentrato in gran parte sulla situazione in Ucraina. “La guerra mina i valori della comunità internazionale, che deve rimanere unita contro Putin. I referendum sul Donbass violano il diritto internazionale”. Draghi ha dichiarato che aiutare il Paese attaccato dalla Russia è stata l’unica scelta coerente con gli ideali di giustizia e fratellanza che sono alla base della Carta dell’Onu. L’invasione dell’Ucraina, ha ribadito, “viola i valori e le regole su cui da decenni poggia la sicurezza internazionale, la convivenza civile tra Paesi”.
Il premier ha poi rimarcato l’importanza delle sanzioni imposte: “Hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa e sulla sua economia. L’impatto delle misure è destinato a crescere, anche perché alcune sanzioni entreranno in vigore nei prossimi mesi. Con un’economia più debole – ha continuato – per la Russia sarà più difficile reagire alle sconfitte in campo di battaglia”.
All’Assemblea si è parlato anche di price cap, tema caro al premier uscente. “L’Unione europea deve imporre un tetto al prezzo di importazioni di gas, anche per ridurre i finanziamenti che mandiamo a Mosca”. L’ex presidente della Bce ha infine rilanciato la candidatura di Roma per l’Expo del 2030.