L’inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio si allarga. Ora spunta l’ipotesi di un mandante, che avrebbe indotto il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano ad accedere abusivamente alle banche dati in uso alla procura nazionale antimafia. L’ ipotesi però non trova ancora riscontro negli accertamenti coordinati dal procuratore Raffaele Cantone, che lunedì, insieme al procuratore generale antimafia Giovanni Melillo, aveva chiesto di essere ascoltato dal Copasir, Csm e Commissione Antimafia. Le richieste sono state accolte e mercoledì 6 marzo la Commissione Antimafia ascolterà nel primo pomeriggio Melillo e giovedì 7 Cantone.
Il caso De Raho
Sulle audizioni, però, è polemica. Oggi vicepresidente della commissione è Federico Cafiero De Raho, all’epoca dei presunti accessi illegali da parte di Striano numero uno della Dna. Per questo motivo alcuni esponenti di Forza Italia, tra cui Maurizio Gasparri e Mauro D’Attis, hanno chiesto di escludere l’ex magistrato dalle audizioni di mercoledì e giovedì.
Il Dossieraggio colpisce il mondo del calcio
Con l’inchiesta di Perugia si sono intrecciate due altri casi. La prima sul presunto dossieraggio ai danni del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. L’indagine, al momento senza indagati o ipotesi di reato, è all’attenzione della procura di Roma in relazione a una segnalazione, mesi fa, della Dna e che avrebbe ad oggetto “presunte attività illecite” da parte di Gravina. Indagini legate a una presunta tangente da 250 mila euro. Si parla infatti di affidamento di un appalto in cambio del pagamento di opzioni d’acquisto su libri di proprietà di Gravina. Acquisto mai avvenuto da parte dell’acquirente. Tale acquirente avrebbe rinnovato le opzioni spendendo la cifra, che poi il presidente della Figc avrebbe utilizzato per acquistare un appartamento a Milano.
La seconda su un appalto sui diritti tv della Lega Pro che conduce a una strana compravendita di libri antichi.