Cala ancora il reddito dei liberi professionisti. Secondo uno studio dell’Adepp, Associazione degli Enti Previdenziali Privati, l’anno scorso il reddito medio di avvocati, commercialisti, medici è stato di 33.954 euro (-0,3% rispetto al 2014). I guadagni medi degli iscritti, quindi, sono crollati del 18% tra il 2005 e il 2015. Inoltre, è evidente il gap esistente tra i sessi. Se i redditi delle donne, in tutte le regioni italiane, sono nettamente inferiori in confronto a quelle degli uomini, è pur vero che al Nord la condizione delle professioniste è migliore.
Per quanto riguarda il fronte previdenziale, dal 2007 al 2015 si registra un incremento del 16,2% degli interventi assistenziali predisposti dalle Casse pensionistiche. Positive anche le indennità di maternità (oltre 104 milioni lo scorso anno, mentre nel 2007 valevano 75,48 milioni di euro), così come le prestazioni a sostegno degli iscritti.
Più complicata è, poi, la situazione delle nuove generazioni. In effetti, un giovane professionista tra i 25 e i 30 anni, nel 2015 ha portato a casa in media 12.000 euro lordi. Un collega che non ha superato i 35 anni di età, invece, ne ha guadagnati 17.000. Numeri che non sono minimamente paragonabili alle performance dei professionisti tra i 55 e i 60 anni: la media di quest’ultimi supera i 50.420 euro.
Nel 2015, infine, sfiora il milione e mezzo il numero degli iscritti alle Casse previdenziali private e privatizzate. È stato registrato, difatti, un aumento del 21,59% tra il 2005 e il 2015, mentre nell’ultima annualità l’incremento è stato dell’1,31%. In particolare, la Cassa col maggior numero di associati è l’Enpam (medici ed odontoiatri) con il 24,23%. Seguono l’Enasarco (agenti e rappresentanti di commercio) con il 16,04% e la Cassa forense (avvocati) con il 15,79%.