KIEV – L’Ucraina si dichiara pronta a firmare “in ogni momento” l’accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti dopo lo stop a tutti gli aiuti militari annunciato dal presidente americano Donald Trump. Dopo una prima reazione di profondo choc, Kiev riapre la strada dei negoziati che era stata sbarrata da un precedente incontro teso e ostile alla Casa Bianca tra Trump, il suo vice JD Vance e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
La reazione di Kiev
Da una riunione a porte chiuse del Comitato per la sicurezza nazionale ucraino era emerso che senza gli aiuti americani Kiev avrebbe avuto un margine di sicurezza di circa sei mesi. Durante una conferenza stampa il primo ministro ucraino Denys Shmygal ha rilasciato la dichiarazione che indica la direzione presa da Kiev: “Continueremo attraverso i canali diplomatici a collaborare con gli Stati Uniti per assicurarci che l’Ucraina e gli Stati Uniti continuino a lottare per una pace duratura”.
Ma dal presidente degli affari esteri dell’Ucraina Oleksandr Merezhko arriva la denuncia: la decisione dell’amministrazione Trump di congelare gli aiuti militari è paragonabile all’accordo di Monaco del 1938, quando alla Germania di Hitler fu consentita l’annessione l’annessione della Cecoslovacchia occidentale. “Fermare gli aiuti significa aiutare Putin. Gli Stati Uniti ci spingono alla capitolazione” ha dichiarato Merezhko.
Sembra così confermata la posizione di Mosca, per la quale la sospensione appariva decisiva nel risolvere il conflitto. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva commentato la decisione di Trump: “Riceviamo alcune informazioni sulle azioni proposte e non possono che essere accolte con favore. Continueremo a osservare come questa situazione si sviluppa nella realtà”.
L’Europa divisa tra aiuti e opposizioni
Mentre l’Unione europea discute un nuovo pacchetto di aiuti da 20 miliardi, l’Ungheria di Viktor Orbán si schiera con Donald Trump, opponendosi a ulteriori aiuti europei: “invece di continuare le spedizioni di armi e la guerra – riporta il portavoce di Orbán – sono necessari un cessate il fuoco e colloqui di pace il prima possibile”.
Per la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen è invece necessario aumentare la sicurezza europea tutta: “Viviamo in tempi pericolosi, la questione ora è se saremo in grado di reagire con la rapidità necessaria”.
Rubio: “Vogliamo portare Putin a trattare”
Dagli Stati Uniti il primo commento pubblico da parte di un funzionario dell’amministrazione arriva dal Segretario di Stato americano Marco Rubio: “Vogliamo portare i russi al tavolo delle trattative, vogliamo esplorare se la pace è possibile”. Per Rubio Trump è l’unico in grado di portare la pace in Ucraina. Si realizzano le previsioni del vicepresidente JD Vance, anche se per lui Zelensky non era ancora pronto a questa decisione.