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Dopo la scimmia, il gatto: l’Iran si prepara al prossimo lancio in orbita Preoccupazioni internazionali sul programma spaziale di Teheran

di Federica Macagnone18 Settembre 2013
18 Settembre 2013

Dopo la scimmia nello spazio, adesso l’Iran ha in programma di mandare in orbita un gatto persiano. Il lancio fa parte degli esperimenti  di Teheran per l’invio del primo astronauta iraniano previsto entro il 2018: alcuni mesi fa lo stesso ex presidente Mahmoud Ahmadinejad si era candidato come primo astronauta iraniano.
A riferire del lancio del felino, che dovrebbe avvenire entro il 21 marzo 2014,  è l’agenzia ufficiale Irna che ha ripreso la notizia messa in circolo da un responsabile dell’agenzia spaziale iraniana.
«Il principale volontario per la missione è un gatto persiano, della razza famosa nel mondo», ha detto Mohammad Ebrahimi, capo del centro di ricerca per i vettori aerospaziali dell’agenzia spaziale iraniana. Ma Teheran non è certo nuova a questi esprimenti. Il lancio del persiano, infatti, segue il controverso precedente della scimmia che era già stata lanciata nello spazio e riportata “viva e vegeta” sulla terra nel gennaio scorso. Tuttavia la stampa britannica, citando fonti israeliane, aveva sostenuto che l’esperimento sarebbe stato un falso dato che l’animale mostrato al ritorno dalla missione era diverso da quello delle immagini filmate prima della partenza. Pronta la risposta di Ebrahimi che ha difeso la missione spiegando che si era trattato di un errore delle agenzie di stampa statali, che hanno erroneamente pubblicato una foto di una delle scimmie del programma, che poi non è stata utilizzata per il lancio. Archiviato il caso della scimmietta Aftab, adesso è il momento del persiano.
A differenza dei precedenti lanci, nei quali è stato utilizzato un razzo con propellente solido, questa volta l’operazione dovrebbe essere condotta con carburante liquido probabilmente per allentare le preoccupazioni internazionali secondo le quali il programma spaziale potrebbe essere semplicemente un modo per mascherare lo sviluppo di missili a lungo raggio. In Occidente il sospetto che l’Iran, malgrado le proprie smentite, cerchi di sviluppare vettori balistici a lunga gittata in grado di portare testate convenzionali o nucleari, è alto. Per i vari lanci di satelliti susseguitisi dal 2009 Teheran avevano subito pesanti condanne. In particolare, per il lancio della scimmietta Aftab, gli Stati Uniti avevano denunciato la violazione di una risoluzione dell’Onu. Ma l’Iran continua a difendersi sottolineando di essere uno dei 24 membri fondatori della Commissione delle Nazioni Unite sull’uso pacifico dello spazio extra- atmosferico (Copuos) creata nel 1959.

Federica Macagnone

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