GAZA CITY – Dopo 7 giorni Hamas ha violato la tregua con Israele e alle 6 del mattino (ora italiana) i combattimenti nella Striscia di Gaza sono ripresi. “Hamas ha violato la pausa operativa – spiega l’Idf – e, inoltre, ha sparato verso il territorio israeliano. In mattinata il Wall Street Journal aveva invece fatto circolare delle indiscrezioni secondo le quali ci sarebbe dovuta essere una proroga della tregua di altre 24 ore, informazioni poi smentite sul campo.
Il digerente di Hamas Khalil Al-Hayya ha affermato però che sono “pronti a iniziare una nuova tregua per concludere il dossier dei detenuti civili” dopo essere rimasti “in contatto con i mediatori qatarini e egiziani fino a stamattina”, fin quando i colloqui si sono dovuti interrompere all’inizio dei bombardamenti.
Intanto nella notte sono stati rilasciati 30 detenuti palestinesi, mentre dopo la ripresa dei combattimenti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato: “La Russia preferirebbe una estensione della tregua a Gaza, data la portata della catastrofe umanitaria in corso nella Striscia”.
Opposizione ai combattimenti anche da parte delle Nazioni Unite che hanno denunciato la ripresa dei combattimenti a Gaza, affermando che ”coloro che sono al potere hanno deciso che l’uccisione dei bambini sarebbe ricominciata”. “È considerato pensare che altri attacchi contro la popolazione di Gaza porteranno a qualcosa di diverso dalla carneficina”, ha detto James Elder, portavoce dell’Unicef.
I combattimenti in 3 ore dalla fine della tregua hanno portato a 32 morti palestinesi, caduti sotto i bombardamenti su Gaza. Le Brigate Qassam, braccio armato di Hamas, hanno dichiarato di aver attaccato con razzi le città di Ashkelon, Sderot e Beersheba, nel sud di Israele.
Infine, in merito a quanto accaduto il 7 ottobre 2023, secondo il New York Times Israele conosceva il piano d’attacco di Hamas già un anno prima ma riteneva che fosse troppo ambizioso e difficile da realizzare per il movimento estremista. Il documento di circa 40 pagine, che le autorità israeliane chiamarono in codice “Muro di Gerico”, delineava, punto per punto, esattamente il tipo di devastante invasione che ha portato alla morte di circa 1.200 persone.