NEW YORK – “Per la prima volta nella storia del nostro Paese è stato messo sotto accusa un ex presidente degli Stati Uniti”. Così l’avvocato Michael Cohen ha commentato la decisione della procura di Manhattan di incriminare Donald Trump per il pagamento di 130 mila dollari alla pornostar Stormy Daniels, per farla tacere sulla loro relazione in vista delle presidenziali del 2016. Il voto del gran giurì è arrivato a sorpresa. Neanche lo staff di Trump si aspettava una simile decisione, dato che i giurati avrebbero dovuto valutare altre possibili opzioni.
La situazione legale di Donald Trump
Sono oltre 30 i capi d’accusa imputati all’ex presidente americano, il quale si presenterà martedì quattro aprile in procura per la formalizzazione e si sottoporrà alle procedure del caso, dalle impronte digitali alle foto segnaletiche. L’incriminazione alla pornoattrice è solo una delle inchieste aperte a carico di Trump, la cui situazione legale potrebbe complicarsi con l’avvicinarsi del voto. “L’incriminazione non ha nessuna base legale”, ha dichiarato l’avvocato di Trump Chris Kise, “si tratta del punto più basso della storia per il nostro sistema di giustizia penale”.
Le reazioni di Trump
Donald Trump, in un lungo comunicato, ha attaccato pesantemente la decisione della procura: “Questa è la persecuzione politica e l’interferenza elettorale al livello più alto della storia”. Il tycoon si è poi scagliato contro il procuratore Alvin Bragg, che si è occupato delle indagini. “Invece di fermare l’ondata di criminalità che ha travolto New York, sta facendo il lavoro sporco di Biden. Sta ignorando gli omicidi, i furti e le aggressioni. È così che Bragg trascorre il suo tempo”, ha scritto Trump. In merito alla notizia della decisione del gran giurì, la pornostar Stormy Daniels ha commentato ironicamente su Twitter “grazie a tutti per il supporto. Ho così tanti messaggi che non riesco a rispondere, inoltre non voglio versare il mio champagne”.
La Casa Bianca, intanto, mantiene il silenzio sul caso. In queste ore la polizia della Grande Mela è in allerta per le possibili manifestazioni per l’ex presidente, che ha esortato i suoi sostenitori a scendere nelle piazze. Aumentano anche le misure di sicurezza e i controlli soprattutto online, dove alcuni supporter gridano alla “guerra civile” in difesa di Trump.