Da Milano a Napoli, da Roma a Palermo, ma anche Parigi, Berlino, Sydney e Rio de Janeiro, tutti riuniti per dire basta allo sfruttamento ambientale. Domani è in programma il “Fridays for future” e in 1325 città in tutto il mondo (140 in Italia) i giovani si riuniranno per manifestare e riflettere sui cambiamenti climatici.
Il movimento nasce dalla protesta di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese che lo scorso 17 dicembre aveva tenuto un discorso alle Nazioni Unite, additando i capi di Stato di non essere “abbastanza maturi per dire le cose come stanno” e di parlare soltanto di crescita economica “per paura di risultare impopolari”.
Discorso che ha sorpreso e commosso l’opinione pubblica, tanto che oggi tre parlamentari norvegesi, in segno di riconoscimento, hanno proposto Greta come premio Nobel per la pace. “L’abbiamo nominata perché la minaccia del clima potrebbe essere una delle cause più importanti di guerre e conflitti nel mondo”, hanno dichiarato in un’intervista al settimanale Time.
Un’onda verde di movimenti spontanei e indipendenti che attraversa tutto il pianeta, “un’occasione per dare un segno di discontinuità”, come dichiarato a Lumsanews da Stefano Masini, responsabile ambiente di Coldiretti.
I dati del sesto Global Environmental Outlook dell’Onu pubblicato questa mattina sono allarmanti. Nove milioni di morti l’anno causate dall’inquinamento. Il documento, frutto del lavoro di 250 scienziati provenienti da oltre settanta paesi, evidenzia come sia necessario “un cambiamento radicale di tre sistemi: cibo, produzione di energia e gestione di risorse e rifiuti”.
“Non saremo noi a salvare il mondo – ha dichiarato Greta questa mattina in un’intervista a Repubblica – perché non c’è abbastanza tempo per aspettare che noi giovani diventiamo adulti. È necessario che i grandi di oggi agiscano, e che lo facciano adesso”.