Robbie Williams, l’ormai ex bad boy dei Take That, è pronto per il 7 luglio, quando calcherà il palco romano del «Rock in Roma» nella prima delle due tappe italiane del tour «Let Me Entertain You» (il 23 luglio sarà a Lucca).
Il concerto di martedì includerà il repertorio più noto di Williams. Si partirà con «Let Me Entertain You», «Rock Dj» e «Monsoon», poi arriveranno «Strong», «Candy», «Feel», «Millennium», «No Regrets». Nei bis i più romantici «She’s The One» e «Angels». Ma in questo tour il ragazzaccio – ormai padre di due bambini – di Stoke-on-Trent (Staffordshire) omaggerà anche alcuni miti del pop-rock britannico e irlandese: i Led Zeppelin con «Whole Lotta Love», i Queen con «We Will Rock You» e «Bohemian Rhapsody», gli U2 con «I Still Haven’t Found What I’m Looking For» e George Michael con «Freedom! ‘90». Tanta carne al fuoco, quindi, per i numerosissimi sostenitori e fans che si accalcheranno sotto il palco delle Capannelle.
All’alba dei quarantun anni, Robbie ha assicurato di essersi lasciato quel passato burrascoso alle spalle. Ha messo su famiglia e lo scorso dicembre ha fatto uscire il nuovo album, «Under The Radar Vol.1». La famiglia come punto di rifermento nella nuova vita del cantante inglese: «Mia moglie – ha detto – mi fa sentire sicuro e mi ha salvato dall’autodistruzione. Porto la mia famiglia in tour perché sono molto narcisista. Avere i miei cari intorno mi costringe a uscire fuori da me stesso per pensare a qualcun altro» Nella scaletta del tour – meglio dirlo subito per i fan del passato – non sono contemplate le canzoni dei Take That, la boy band inglese più famosa degli anni Novanta: una piccola vendetta di Robbie verso i vecchi amici che nel ‘95 lo «allontanarono» perché rovinava la loro immagine di bravi ragazzi. E la reunion del 2010 si è conclusa dopo poco più di un anno di progetti insieme (un disco e un tour). Ma questa volta è stato Williams che ha deciso di andare via per dedicarsi ai suoi progetti da solista. «Tornare a cantare con Gary Barlow e gli altri – ha raccontato – è stata un’avventura di cui avevo bisogno per rompere la routine album-promozione-tour. Non avevo la forza per affrontarne un’altra da solo. Nel 2009, dopo l’uscita di Reality Killed The Video Star, la magia mi aveva abbandonato. Il nuovo successo con i Take That mi ha ridato l’entusiasmo per far ripartire la mia carriera». Una carriera da 80 milioni di dischi venduti nel mondo.
Renato Paone