Il decreto Sostegni è pronto. Con un intervento di 32 miliardi, è attesa in giornata l’approvazione al Consiglio dei ministri. Il provvedimento più consistente è rappresentato dai ristori: i contributi a fondo perduto coinvolgono 5,5 milioni di imprese, partite iva e professionisti, per un totale di 11 miliardi di euro. L’indennizzo, che non potrà superare i 150 mila euro, andrà a chi ha subito perdite di fatturato superiori al 30% nel 2020.
Sono state quindi stabilite cinque fasce di reddito per le imprese con ricavi annui fino a 10 milioni, alle quali verrà applicata una percentuale che va dal 20 al 60%, secondo l’entità del fatturato. Alle imprese fino a 100 mila euro di ricavi si applicherà il 60%, da 100 a 400 mila il 50%, da 400 mila a un milione il 40%, da 1 a 5 milioni il 30% e da 5 a 10 milioni il 20%. L’Agenzia delle Entrate ha pertanto stimato un ristoro medio per la prima soglia di circa 2 mila euro, mentre la seconda ne otterrà mediamente 5 mila.
In ambito fiscale, si va verso il rinvio dal primo marzo al primo maggio della partenza delle notifiche e dei pagamenti delle cartelle esattoriali. Ma è l’ipotesi della cancellazione delle cartelle più vecchie – dal 2000 al 2015 – che sta creando discussioni all’interno della maggioranza: alla fine sarà comunque il premier Mario Draghi a decidere.
Nel decreto-legge, 5 miliardi verranno stanziati in sanità e sicurezza, di cui 2,8 miliardi saranno utilizzati per acquistare i vaccini anti-Covid. Ci sono poi 350 milioni per finanziarie gli ospedali Covid e per remunerare le farmacie coinvolte nel programma di vaccinazione. Per la proroga della cassa integrazione fino a fine anno saranno invece spesi 3,3 miliardi. Agli enti locali infine andrà un miliardo; altri 800 milioni saranno destinati al trasporto pubblico locale.