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HomeEconomia Dl maggio, ristrutturazioni a costo 0 per il rilancio. Ma l’Ue stima crollo del Pil

Dl maggio, nuove misure
per rilanciare l'economia
Ma l'Ue stima crollo del Pil

Rafforzati ecobonus e sismabonus

Governo diviso su reddito di emergenza

di Massimiliano Cassano06 Maggio 2020
06 Maggio 2020

A handout photo made available by Italian Senate channel shows Italian Prime Minister Giuseppe Conte informing about the lockdown easing schedule due to the coronavirus disease (COVID-19) pandemic emergency, at Senate in Rome, Italy, 30 April 2020. ANSA/ITALIAN SENATE HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Ristrutturazioni immobiliari a costo zero attraverso il credito di imposta “per adeguare gli stabili alla normativa antisismica e per l’efficientamento energetico”. Ad annunciare i provvedimenti economici contenuti nel nuovo “dl maggio” è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un’intervista al Fatto Quotidiano. Il premier ha spiegato che il provvedimento è stato suggerito dal sottosegretario di Stato Riccardo Fraccaro. “Imprimeremo una svolta epocale nelle politiche pubbliche, per far compiere all’Italia un passo da gigante nella crescita sostenibile rendendo la tutela ambientale il volano dell’economia che farà ripartire il Pil”, ha dichiarato quest’ultimo.

Ma le previsioni dell’Ue per il 2020 vanno in senso contrario: per Bruxelles l’economia italiana crollerà del 9,5%, per rimbalzare del 6,5% nel 2021, assumendo che il Paese non debba tornare al lockdown per combattere la pandemia di Covid-19. Nelle previsioni economiche di primavera, però, la Commissione ammette che c’è un grado “eccezionalmente elevato” di incertezza, dovuto alla variabile della curva epidemiologica.

Da quasi un anno Fraccaro pensava a un’iniziativa simile di stampo keynesiano e adesso è stato possibile attuarla in risposta all’emergenza sanitaria. Nelle stime del Dipartimento finanze del Tesoro, che ha valutato l’impatto sui conti pubblici, le minori entrate fiscali nel quinquennio su cui varrà la misura dovrebbero attestarsi su 16 miliardi di euro totali. Ma la relazione illustrativa della norma prevede che “l’aumento del gettito legato agli effetti moltiplicativi dell’investimento iniziale consenta alla misura di ripagarsi praticamente da sola”.

Nel concreto il provvedimento incentiva la riconversione energetica e il consolidamento del patrimonio immobiliare attraverso forti detrazioni fiscali dilazionate su cinque anni. Da luglio, e per 18 mesi, le aliquote detraibili per gli interventi di efficientamento energetico (il cosiddetto “ecobonus” della vecchia legge) e antisismico (“sismabonus”), rispettivamente del 65% e del 50% dei lavori, saliranno al 110%. E la detrazione al 110% varrà anche per altri lavori di riqualificazione energetica, restauro facciate o installazione di impianti fotovoltaici per produrre elettricità. Nell’ultima bozza si legge che i nuovi incentivi si applicheranno “agli interventi effettuati dai condomini, dalle persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, e dagli Istituti autonomi case popolari”.

Oltre agli sgravi fiscali sui lavori immobiliari, tra i nodi più controversi del decreto c’è il “Reddito di emergenza”, che divide la maggioranza. Mentre i 5 Stelle vorrebbero concedere il sussidio ai redditi più bassi per alcune mensilità a partire dal maggio 2020 (sul modello del Reddito di cittadinanza), Pd e Italia Viva preferirebbero dare le risorse ai comuni per aiutare chi è in difficoltà e non renderla una misura strutturale. Manca, invece, l’intesa anche sulle norme a sostegno delle aziende, con ricapitalizzazioni con risorse pubbliche e stanziamenti a fondo perduto.

Ma sul tavolo del governo ci sono anche i fondi per la sanità, che dai 2,5 miliardi originariamente previsti dovrebbero salire a oltre tre miliardi per gli ospedali Covid.

Nel nuovo decreto, poi, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo proporrà una misura che potrà prevedere una rimodulazione dei contratti collettivi aziendali e una riduzione dell’orario di lavoro. Ferma al momento la proposta del ministro Roberto Gualtieri – sostenuta da Pd e M5s ma osteggiata dai renziani – di ricapitalizzare con fondi pubblici le imprese tra i 5 e i 50 milioni di fatturato: si deciderà dopo un confronto con le parti sociali e in particolare gli imprenditori, che hanno assunto una posizione molto critica.

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