HomePolitica Dl Lavoro, i senatori M5s si ammanettano in Aula. Calderoli: “Ora chiamo i fabbri”

Dl Lavoro, i senatori M5s si ammanettano in Aula. Calderoli: “Ora chiamo i fabbri”

di Domenico Cappelleri08 Maggio 2014
08 Maggio 2014

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«Gli spogliarelli non sono consentiti, e con certi fisici sono anche sconsigliati»: a parlare non è un qualsiasi critico televisivo, ma Roberto Calderoli, presidente di turno durante il voto sul decreto Lavoro.
Il giorno dopo la fiducia chiesta e ottenuta dal governo (158 favorevoli, 122 i contrari)  restano le immagini dei senatori Cinque Stelle ammanettati e dello strano humour del senatore leghista.

Tensione in aula. Il voto è stato preceduto dalla bagarre causata dai grillini, i pentastellati  hanno occupato i banchi indossando magliette con sopra scritto “schiavi mai” e si sono incatenati tra di loro. «Non ci muoviamo e ci dovete portare via con la forza» ha dichiarato la senatrice M5S Nunzia Catalfo. «Ora vado a cercare i fabbri e in un modo nell’altro uscirete da qui» ha replicato Calderoli. La protesta è rientrata dopo pochi minuti e sono riprese le dichiarazioni di voto. Dopo un acceso dibattito che ha visto contrapposte anche le due anime del PD, si è stabilito che la commissione Lavoro dovrà ultimare l’esame del decreto modificato dal Senato entro lunedì mattina, mentre il testo arriverà in aula a partire dalle 14 del 12 Maggio.
E’ stato il sesto voto di fiducia ottenuto dal governo Renzi. A opporsi oltre al Movimento Cinque Stelle, soprattutto Sel e Lega Nord. I vendoliani hanno esposto alcuni cartelli durante le dichiarazioni di voto: “Avete già pagato caro, ma non avete pagato tutto!”; “Una riforma moderna: la nuova schiavitù”.

“Una buona mediazione”. Il testo del decreto legge prevede diverse novità come le penali per chi sfora il tetto del 20 per cento dei dipendenti a tempo determinato, il limite di rinnovo di cinque contatti nell’arco di tre anni e nuove norme sull’apprendistato. Il documento è arrivato al Senato dopo le modifiche in commissione Lavoro nelle quali si è tenuto conto delle richieste dei partiti minori della maggioranza, soprattutto del Nuovo Centrodestra. Modifiche criticate dai sindacati e dalla frangia più a sinistra del PD che alla Camera erano riusciti a far votare un testo diverso che però non era piaciuto all’Ncd. Dopo la sintesi in Commissione a Palazzo Madama, si è giunti a una «buona mediazione», secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

Sindacati contrari. Dura la reazione dei sindacati con il segretario Cgil Susanna Camusso che ha dichiarato. «peggiora un testo che era già costruito male, creerà sempre più precari». Dello stesso parere Raffaele Bonanni della Cisl che ha detto: «Il governo se ne frega dei lavoratori».  Più Morbido Angeletti (Uil): «Ok al decreto, le penali sono buoni deterrenti».

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