Dopo tre mesi dal crollo del ponte Morandi, è legge il decreto su Genova. Il testo è stato approvato dal Senato con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni. Il provvedimento era già passato alla Camera il 1° novembre. Reintrodotto anche l’articolo 25 su Ischia dopo la bocciatura dell’emendamento presentato ieri da Forza Italia: resta, dunque, per le istanze pendenti su immobili che sono stati danneggiati un anno fa.
Dopo l’approvazione del decreto, la seduta è stata sospesa per qualche minuto in un clima di bagarre. Poco prima alcuni senatori del Pd avevano protestato, con il presidente del Senato Elisabetta Casellati che ha subito chiesto di ritornare all’ordine. “Quei 43 morti pesano sulla coscienza di tutti: francamente avrei desiderato un’Aula diversa” ha dichiarato, raccogliendo applausi.
Proteste anche da Forza Italia, con la capogruppo Annamaria Bernini che ha attaccato il ministro Danilo Toninelli alla ripresa della seduta: “È inaccettabile e indecente quello che ha fatto il ministro, che ha alzato il pugno per festeggiare il voto”. “Il mio intervento è solo per ringraziare tutti i deputati che hanno lavorato giorno e notte in queste settimane su un provvedimento che stanzia 300 milioni di euro per Genova, e chi oggi ha gioito l’ha fatto per i cittadini genovesi e per le 266 famiglie che hanno perso casa e che da domani avranno soldi stanziati per comprare finalmente una nuova abitazione”, ha risposto il ministro delle Infrastrutture.
Quando il Decreto Genova è andato in votazione non era presente, insieme ad altri cinque senatori 5 Stelle, il dissidente Gregorio De Falco. Il senatore, intercettato fuori dall’Aula, ha mostrato sorpresa alla notizia dell’avvenuta votazione: “Hanno votato? Ma la seduta non era sospesa?”